«Trenord va meglio. Ma con i passeggeri la comunicazione è ancora scandalosa»

L’intervista Franco Lucente, assessore regionale ai Trasporti, commenta la situazione dei treni a Como e nei territori vicini: «Il bonus a richiesta è stata una disposizione nazionale. Non mi fa impazzire come tema»

«Da quel 6 che ho dato al servizio nella primavera scorsa, su questo giornale, è seguita una serie di polemiche, quindi mi rifiuto di dare voti ora. Posso dire però che stiamo lavorando per avere un buon servizio, non uno scadente. Ci chiamiamo Lombardia, ricordiamocelo tutti». Così Franco Lucente assessore regionale ai Trasporti, risponde dell’andamento dei treni sui nostri territori tra fine 2024 e inizio 2025.

Com’è andata dalla primavera scorsa in poi?

Negli ultimi mesi dell’anno ci sono stati grossi problemi generali, soprattutto sulla puntualità, però con il nuovo anno abbiamo già avuto dati confortevoli.

Ne cita qualcuno?

L’utenza è in aumento tra il 7 e il 9%: stiamo toccando i numeri del pre Covid e questo ci dà conforto. L’obiettivo è raggiungere il milione di passeggeri, come avevamo stabilito con il nuovo contratto di servizio di Trenord. È chiaro che quello che vediamo oggi è solo una buona base di partenza. Sulla puntualità, dicembre e i primi giorni di gennaio hanno fatto crescere la percentuale di cinque punti rispetto ai mesi precedenti. Siamo in netto miglioramento.

Sulle linee comasche però si continuano a registrare, quasi quotidianamente, disagi, legati ai treni ma soprattutto alle infrastrutture. Perché?

Ci sono problematiche infrastrutturali in questo periodo, ma cercheremo nel 2025 di portare un miglioramento che nel 2026 ci porterà, una volta ultimati i lavori del Pnrr in vista delle Olimpiadi, ad avere un servizio che non arriverà al 100%, ma ci andrà vicino.

I guasti però oggi ci sono. Solo due giorni fa, nella stazione di Como Lago ne abbiamo registrati due a distanza di poche ore, con conseguenti ritardi e cancellazioni. Ma questa è la quotidianità. Com’è possibile?

Rispondo per quanto riguarda i treni e non mi sono mai tirato indietro dal farlo. Quando c’è da prendermi le mie responsabilità me le prendo. La questione oggi però è più che altro infrastrutturale. Non avendo io questa delega, sarebbe opportuno chiederlo all’assessore di riferimento.

Parliamo allora di treni: a che punto è l’introduzione dei nuovi convogli? Sulla linea comasca diretta a Cadorna ci sono i 26 cosiddetti “Caravaggio”.

Prevediamo, in generale, l’introduzione di 214 treni per completare la sostituzione della flotta entro la fine del 2025. Chiediamo tanti sacrifici ai cittadini, però se diciamo che entro una certa data si chiude così deve essere. A Como, oggi, l’87% della tratta è già composta da treni nuovi e riscontriamo buoni risultati in termini di comfort e prestazioni.

I pendolari (ma anche i turisti) delle aree di Como, Sondrio e Lecco criticano la reiterata assenza di avvisi a bordo delle carrozze e in stazione in caso di ritardo, ma soprattutto in caso di guasti o di interruzione della corsa. Nel 2023 aveva assicurato che sarebbe intervenuto su questo fronte, quando si vedranno i risultati?

Hanno perfettamente ragione e dico di più: il 2 di gennaio ho ripreso la mia attività lavorativa e la prima cosa che ho affrontato telefonicamente con Trenord e con i responsabili del settore comunicazione è stata proprio questa. Tra’altro, è anche la prima cosa che ho chiesto quando ho preso in mano questo assessorato, quindi ci tengo particolarmente. Ed è un tema che mi fa andare in bestia. La mia promessa è di intervenire al più presto, perché trovo scandaloso che nel 2025 ancora non si diano informazioni corrette, non solo tramite l’app che non tutti hanno, ma anche all’interno del treno, per esempio sui monitor, e nelle stazioni.

Ma a cosa è dovuto questo problema?

Credo a un cattivo rapporto tra Rfi e Trenord, che però ad oggi sta migliorando. È facile rimbalzarsi le responsabilità dicendo che è ora una questione di servizio e ora di infrastruttura: questo non deve succedere più. Ci deve essere una giusta comunicazione tra di loro e un’immediata e pronta comunicazione all’utenza. Questa è la priorità numero uno per me nel 2025.

Entro quando prevede un miglioramento?

Voglio vedere i primi risultati già nei primi mesi dell’anno.

Un altro tema è quello dei rimborsi: perché è stato eliminato il sistema di bonus automatico, che per gli utenti era decisamente più comodo?

Non è un tema che mi appassiona molto, però dobbiamo attenerci a una disposizione nazionale. Va detto che Lombardia, a differenza di altri posti dove ci si era già adeguati, è intervenuta per ultima.

C’è qualche speranza di fare dietrofront e tornare alla modalità precedente?

I correttivi in corso d’opera si possono fare, se c’è qualcosa che non va. Ma questa è la modalità oggi e viene applicata ovunque. Poi, la richiesta dei rimborsi si può fare addirittura entro l’anno, quindi di tempo per gli utenti ce n’è.

Sui territori di Como, Lecco e Sondrio, ma in particolare nel lecchese e in Valtellina, ci sarà anche il grosso nodo delle Olimpiadi da affrontare quest’anno. Come interverrà per alleggerire i problemi che emergeranno in relazione all’interruzione della linea Milano-Tirano tra il 15 giugno e il 15 settembre? La preoccupazione dei cittadini e degli imprenditori del turismo è molto forte...

Il presidente della Provincia di Lecco ha chiesto un tavolo di coordinamento: parteciperò. Il tema però andrebbe posto alla collega Terzi, quello che posso dire è che interverrò fin dove potrò con mezzi sostitutivi, laddove è possibile. Va detto però che ci sono criticità anche per via della mancanza di autisti. Tuttavia, è giusto che in quei mesi si concordi un adeguato servizio. Non vogliamo bloccare il territorio.

I passaggi a livello creano problemi, per guasti e incidenti nell’Erbese, nel Comasco e in Valtellina: il tema è sulla scrivania dell’assessorato?

Lo è dall’inizio. E non perché ora sia lì a prendere polvere. Ne trattiamo quotidianamente con Rfi che ha un cronoprogramma di interventi. Questi lavori però determineranno sospensioni e disagi ulteriori: non bisogna mettere troppa carne al fuoco. Chiudiamo prima la partita delle Olimpiadi. Faremo interventi laddove sono rapidi e non creano problemi, ma se servono sottopassi ci vogliono da uno a tre anni di realizzazione.

Anche ieri il servizio di trasporto in Lombardia è stato oggetto di uno sciopero. E un altro è all’orizzonte il 26 gennaio. C’è speranza per i pendolari che con il nuovo anno gli stop ai treni, in particolare, diminuiscano?

Non posso dare io la risposta, non sono il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e non è una questione regionale. Per quanto mi riguarda, però,i rapporti con i sindacati sono positivi. Non ho mai negato incontri. D’altra parte si parla di contratto collettivo nazionale, auspico quindi che si trovino accordi su base nazionale.

Su queste pagine, nel 2023, aveva promesso che il rinnovo per dieci anni del contratto con Trenord avrebbe previsto verifiche da parte di Regione ogni 2 e 5 anni. Com’è andato il primo test?

Se mi chiedete se sono soddisfatto al 100% la risposta è no. Ma da quando sono arrivato, con tutti i sacrifici e le fatiche che abbiamo incontrato, non dipese da Trenord, posso dire che l’azienda può crescere e far bene. Non ci siamo arresi, ci siamo. Nel 2024 abbiamo registrato il 7% in più di passeggeri. Vuol dire che comunque il servizio va.

Non esiste un’alternativa però.

Se l’alternativa non la si ha, ma nelle difficoltà che ci sono il servizio continua ad andare è perché comunque qualcuno lo fa andare. Altrimenti si bloccherebbe tutto. Alle volte quello che si ha bisogna riconoscerlo e tenerselo caro.

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