Tribunale, la grande fuga dei giudici. Gli avvocati alla presidente: «Allarme»

Giustizia in crisi In autunno i magistrati della sezione civile resteranno la metà degli attuali - Paola Parlati: «Molto preoccupata, ma non è colpa mia». Daniela Corengia: «Appello al Csm»

Sette giudici della sezione civile abbandoneranno il Tribunale di Como entro fine autunno. Anzi: un magistrato già se n’è andato. Il che significa che un palazzo di giustizia già in grossissima difficoltà sul fronte dei tempi delle sentenze, rischia di ritrovarsi in vera e propria emergenza. I primi a preoccuparsi, anzi a lanciare «un grido di allarme e di dolore» sono gli avvocati. Che ieri, nel corso dell’assemblea dell’Ordine, hanno invitato la presidente del Tribunale, Paola Parlati, a un confronto pubblico.

«Grido di dolore»

«Il trasferimento ad altre sedi di ben sei giudici delle sezioni civili fa sorgere il più che fondato timore di una sostanziale paralisi - ha esordito la presidente delle toghe lariane, l’avvocato Daniela Corengia - Per questo abbiamo ritenuto di intervenire sia presso il Consiglio superiore della magistratura sia con il ministero della Giustizia per chiedere un intervento che consenti il regolare funzionamento del Tribunale».

Proprio per affrontare la grave crisi di numeri - e, di conseguenza, di efficienza - da parte della giustizia civile comasca, la presidente dell’Ordine degli avvocati ha chiesto un confronto con la presidente del Tribunale. E Paola Parlati non ha nascosto il fatto di «essere molto preoccupata» per la situazione, ma fin dal principio ha voluto anche dire che non vuole «passi il concetto che io sia una presidente “svuotatribunali”». Eppure quanto sta avvenendo, con la fuga di ben sei giudici oltre a una settima toga che ha già lasciato per la Corte d’Appello, rappresenta un «terremoto giudiziario», ammette la presidente.

Così la presidente

La colpa principale di numeri così bassi - forse mai così bassi - secondo Paola Parlati è legata ai concorsi per i nuovi Mot, ovvero i magistrati in tirocinio: «Il Csm ha bandito un concorso per chi era già legittimato a entrare in servizio e quindi ha messo a concorso molte sedi appetibili. Non comprendo, però, il motivo per cui Como non sia stata inserita tra quelle sedi».

I numeri, non solo nel civile, sono davvero allarmanti: nella sezione penale su appena sette giudici in servizio, una deve dividersi tra processi e udienze preliminari, altre due sono in maternità e la sezione Gip può contare su quattro giudici di cui, di fatto, due a mezzo servizio.

Ma anche i giudici di pace, ha spiegato la presidente del Tribunale, non sono messi meglio: solo tre quelli in servizio su 14. Per non parlare del personale amministrativo: «Abbiamo carenze superiori al 50%. Ci manca l’80% dei cancellieri. E da dieci anni non abbiamo un dirigente amministrativo». Ovviamente tutto questo si ripercuote sugli utenti e, quindi, sui cittadini.

«Sempre nell’ambito dei rapporti con il Tribunale - ha infine ancora evidenziato la presidente degli avvocati comaschi Corengia - evidenzio che siamo ripetutamente intervenuti per segnalare la situazione di pesanti ritardi nella sezione famiglia e sezione lavoro. Alla sezione lavoro è stato assegnato un nuovo magistrato mentre perdura la situazione di grave sofferenza della sezione famiglia. Anche grazie alle nostre sollecitazioni la presidente ha adottato una misura d’intervento per la famiglia, che, seppure temporanea, ha portato utili risultati».

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