Troppe barche sul lago di Como: sono oltre settemila. Boom noleggio: +1.200%

Caos natanti Ieri incontro di Cna con gli operatori per fare chiarezza sulle regole del settore e i controlli - Non convince la soluzione del Comune per il molo

Ci sono più di 7mila barche sul lago, in meno di dieci anni il noleggio è cresciuto del 1.217%. Ieri mattina in Camera di Commercio Cna ha riunito, su impulso del prefetto Andrea Polichetti, circa 110 operatori del settore per cercare di fare chiarezza sulle regole e sui controlli per il servizio di tour e taxi boat dedicati ai turisti.

Le irregolarità

Il maggiore della Guardia di Finanza Lorenzo Pellecchia ha illustrato regole e norme oggi valide, elencando le più frequenti irregolarità rilevate. Per esempio: l’esercizio abusivo delle attività commerciali con unità di porto, l’utilizzo delle imbarcazioni per attività diverse da quelle denunciate, contratti senza prezzi, firme, date e orari, documenti di bordo carenti, mancanza di assicurazione. E ancora distanze nella navigazione non rispettate, intralcio delle rotte, velocità eccessiva.

Rappresentano un problema per la sicurezza i turisti senza esperienza alla guida di barche. Ci sono situazioni di pericoli nei punti di attracco e nei porti o a ridosso delle spiagge per la presenza di bagnanti. Ieri molti operatori hanno chiesto maggiori dettagli sulle regole da seguire, non sempre chiare.

E poi l’Autorità di Bacino, numeri alla mano, ha dimostrato come in pochi anni il traffico nel lago sia aumentato in maniera esponenziale. Dal 2015 al 2024 gli operatori che noleggiano le barche con o senza conducente sono passati da 17 a 253 (+1.217%), mentre le agenzie che affittano gli scafi sono aumentate da 223 a 335 (+49,3%). Da tre anni in particolare i taxi boat crescono a ritmi spaventosi, 60 nuovi operatori nel 2022, 80 nel 2023, 95 nel 2024. Stabili i mezzi della Navigazione, mentre sempre dal 2015 è salito del 29% il servizio pubblico non di linea. Prima del nuovo millennio questo settore contava nemmeno un centinaio di attività. Solo i pescatori perdono qualche pezzo. Fatto il conto degli ormeggi (3.200 i posti barca gestiti dall’autorità di bacino, 500 dal Comune, 300 dagli altri Comuni e 3.000 dai cantieri nautici e dai pontili) si stima un traffico superiore alle 7mila imbarcazioni. Il tutto senza contare altre barche private messe in acqua occasionalmente, le imbarcazioni che arrivano sul lago per particolari manifestazioni, oppure i windsurf a motore di nuova generazione e le tante canoe non censite.

«Assenza di vincoli»

Secondo l’Autorità di Bacino «la sostanziale assenza di particolari vincoli nella nuova normativa, scattata nel 2021 con un decreto del ministero dei Trasporti, ha consentito senza alcuna possibilità di contingentamento una crescita esponenziale delle unità destinate a tale scopo, raggiungendo numeri elevati». Per il responsabile vigilanza dell’autorità lacustre Gianluca Caccia c’è bisogno di un intervento normativo da parte della Regione. Anche il Comune «lavora con la Regione per una definitiva soluzione agli imbarchi tra Sant’Agostino e Villa Geno» ha detto il sindaco Alessandro Rapinese. A proposito delle scelte del Comune molti taxi boat e noleggiatori ieri discutevano della decisione di spostare il carico e lo scarico da Sant’Agostino al pontile di Villa Geno sempre per ragioni di sicurezza, lasciando il molo alla Guardia di Finanza. Una trasloco che scatterà entro luglio e che per molti potrebbe significare un semplice spostamento degli attuali problemi, con una passerella d’attracco ancora da sistemare e consegnare a Csu.

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