Troppi turisti sul lago? «I flussi in arrivo vanno delocalizzati»

Il dibattito Albergatori e ambientali sono d’accordo sulla necessità di una governance più forte del settore - «E servono regole rigide su case vacanza e campeggi»

L’overtourism è un problema sul lago di Como, ma solo in alcune località. Come risolverlo? Delocalizzando l’offerta e rendendo anche le mete meno conosciute attrattive, potenziando i mezzi di trasporto. Le parole dell’assessore regionale Barbara Mazzali per la quale «il rischio sovraffollamento è limitato a pochi mesi e interessa solo alcune località» trovano conferma anche tra gli addetti ai lavori comaschi, concordi con il suo punto di vista.

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I trasporti

Tra questi c’è Luca Leoni, presidente degli albergatori di Confcommercio. «L’assessore sfonda una porta aperta – conferma Leoni -. L’overtourism ce l’hanno Bellagio e Varenna, poi la città di Como ma soprattutto nella zona a lago dove ci sono le file per i battelli. Il resto è un flusso notevole di persone, ma gestibile. Bisogna delocalizzare i turisti, da lì la nostra proposta di creare delle nuove navette nella zona di Argegno e Menaggio, per distribuire la gente di più e non farla convogliare tutta nelle stesse zone. Meglio un po’ di overtourism che poco turismo, ma bisogna riuscire nelle zone più sature come Bellagio a diluire nelle frazioni e non tutto nel centro. Il problema è che la gente sta dove ci sono i trasporti». E aggiunge: «A Bellagio convogliano tutti dove arrivano battelli e traghetto, lo stesso a Varenna, con le file che partono dagli uffici per fare i biglietti fino alla stazione, il grosso problema è la gestione dei trasporti. Se riuscissimo a fare un sistema diverso e non come 50 anni fa solo con qualche corsa in più, ma con una visione diversa, sarebbe possibile spostare i turisti anche nelle altre zone. Sarebbero tutti felici: alcuni centri non sarebbero più presi d’assalto e i luoghi dove ora ci sono meno persone, avrebbero un maggiore ritorno».

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Elisabella Patelli, storica rappresentante comasca dei Verdi, insiste sulla necessità di creare una task force, un tavolo di lavoro per affrontare la questione e risolverla, prima che sia troppo tardi. «L’overtourism aggredisce i luoghi più noti, la nostra proposta è quella delle tre R - sottolinea – innanzitutto redistribuire, creare un’offerta e sostenerla per mandare i flussi di turismo verso altre mete. Poi regolamentare: c’è un problema di non regole, bisogna metterle perché sono importanti, ad esempio sull’extra alberghiero, come i B&b e case vacanze, ma anche i campeggi selvaggi a Como. Infine responsabilizzare: il nostro territorio è ricco di bellezze non solo naturali, ma anche culturali e artistiche, vanno valorizzati tutti i talenti. Dobbiamo essere attrattivi verso un turismo responsabile».

Tavolo istituzionale

E prosegue: «È necessario istituire un tavolo istituzionale con tutti i soggetti in grado di ragionare su un turismo diverso perché bisogna saper governare il fenomeno, senza rigettarlo perché comunque è una risorsa. Mi auguro che qualcosa si faccia, per ora sono solo parole. Il territorio non ha sviluppato servizi e capacità all’altezza di questo turismo. Basterebbe creare un’offerta che segua queste regole per spalmare l’economia, mettere regole per governarlo e responsabilizzarlo, un turismo che rispetti il territorio e sia in grado di apprezzare non solo il lago ma anche gli aspetti culturali, storici e artistici».

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