Turismo in città, il bilancio degli ultimi quattro mesi: «La sfida ora è gestire il mordi e fuggi»

Il tema Le valutazioni di esperti e operatori del settore dopo un’altra estate da tutto esaurito. Leoni (Federalberghi): «Overtourism? Parola sbagliata». Minazzi (Insubria): «Servono più dati»

Sulla falsariga del 2023, secondo gli operatori del settore, ma anche con novità degne di nota, secondo studiosi e ricercatori: l’afflusso di turisti in città quest’estate, tra polemiche e dati nuovi, non è certo passato inosservato.

Nel tracciare il bilancio dei quattro mesi passati, Giuseppe Rasella, vicepresidente della Camera di Commercio Como-Lecco, parla di «criticità croniche», che non hanno mancato di farsi sentire. «Gli ospiti, e soprattutto quelli stranieri, danno per scontati alcuni servizi che si trovano in tutte le altre località turistiche del mondo, ma che qui ancora fatichiamo a garantire. Si aspettano trasporti efficienti e una digitalizzazione più diffusa».

Sono questi due i punti nevralgici dello sviluppo turistico, e in particolare dello sviluppo turistico sostenibile a Como, su cui si concentra anche un lavoro realizzato dall’Università dell’Insubria (“Dal 2013 al 2022: evoluzione turistica e overtourism sul lago di Como”), realizzato da Daniele Grechi e Michela Segato. «Il tema della digitalizzazione del territorio deve essere centrale di qui ai prossimi anni - conferma Roberta Minazzi, coordinatrice del corso di laurea magistrale Hospitality for sustainable tourism development, all’Insubria, citando il lavoro dei colleghi - Farlo significa investire, ma le ricadute positive di questa accelerazione delle procedure, a partire per esempio dall’e-ticketing sui trasporti, gioverebbero innanzitutto ai residenti stessi».

Su un altro tema caldo e molto dibattuto dell’estate, quello dell’aumento di case vacanza in città, dove si è arrivati quest’anno a superare i 700 posti letto, Luca Leoni, sottolinea che «Chi frequenta queste strutture extra alberghiere non costituisce una categoria di clienti di serie B, ma anzi sono persone che hanno capacità di spesa che possono essere equivalenti a quelle dei clienti dei due o tre stelle. Tra loro ci sono anche turisti che affittano a breve termine ville per il valore di diecimila euro al giorno».

I turisti occasionali

E se Leoni, così come Rasella, si rivela scettico sull’utilizzo della parola “overtourism” («smettiamo di parlare di eccesso di turismo - commenta Leoni - meglio averne tanto che non averne in assoluto») spesso impiegata durante l’estate per descrivere i flussi che la città e il territorio lariano hanno vissuto, è proprio questa la parola scelta dai ricercatori dell’Insubria, nell’analizzare il fenomeno.

«La crescita dei flussi è un segno positivo perché evidenzia l’attrazione esercitata dalla città e dal territorio» commenta Minazzi, che sottolinea però anche l’importanza della percezione dei residenti. «Molta parte di questa percezione negativa, stando ai dati che abbiamo avuto modo di analizzare, è legata al ruolo dei day-tripper, ovvero i turisti occasionali». Quelli che non soggiornano in città, come notano anche Rasella e Leoni, parlando di un «turismo deleterio che arriva per esempio dalle navi da crociera i cui passeggeri, fatti sbarcare a Genova, vengono portati in tour per un giorno sul lago».

L’impatto di questa forma di turismo, ormai sempre più frequente in città, è difficile da prevedere e quindi da gestire: «È un altro dei punti da trattare, come ricerca - conclude Minazzi - lavorando sulle tecnologie che permettono di rilevare i flussi, per esempio tramite sensori che verificano quante persone ogni giorno arrivano in città. Questo aiuterebbe molto la governance del fenomeno a Como».

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