Ubriaco, non riconosce la porta di casa: lo scambiano per ladro e chiamano il 112

Via Pessina Cercava l’abitazione della fidanzata. All’arrivo dei carabinieri li aggredisce: denunciato

In piena notte i condomini di uno stabile di via Pessina hanno visto un uomo che non conoscevano, non residente nel palazzo, mentre passava in rassegna tutte le porte cercando di forzarle e aprirle. Hanno quindi chiamato i carabinieri chiedendo aiuto nella speranza di riuscire ad incastrare il sospetto ladro.

La realtà, tuttavia, era ben diversa e anche abbastanza comica, non fosse per lo spavento dei residenti. Quell’uomo, 40 anni residente pure lui a Como ma non in centro città, era in realtà il fidanzato di una residente nello stabile, che aveva dunque il permesso di accedere all’appartamento della compagna. Solo che, ed è questo il punto, nella serata tra domenica e lunedì – quando è avvenuto l’intervento – aveva esagerato con l’alcol e non riusciva più a ritrovare la porta di casa. Il quarantenne insomma, confuso e inebriato da quello che aveva bevuto, non ricordava più quale fosse l’appartamento della fidanzata così, armato di chiavi, ha deciso di passarli tutti in rassegna tentando di aprire le porte fino a provare quella giusta e – di conseguenza – comparendo agli occhi degli altri condomini come un ladro in azione.

La serata, tuttavia, non si è conclusa qui. Perché l’uomo, non contento di quanto aveva fin qui fatto, ha pure iniziato a litigare con i carabinieri del Radiomobile della Compagnia di Como che erano stati inviati sul posto dalla centrale operativa.

Una mezzora buona di insulti e spintoni, prima che i militari dell’Arma riuscissero a bloccarlo e a condurlo in caserma per essere identificato e in seguito denunciato a piede libero. L’ipotesi di reato formulata dalla procura è quella di resistenza a pubblico ufficiale.

Da quanto è stato possibile appurare, al momento del tentativo di entrare nella casa della fidanzata, la donna non era presente nello stabile ma i carabinieri avrebbero comunque appurato che il quarantenne di Como aveva in ogni caso il permesso per accedervi.

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