Ucciso a 33 anni dal batterio killer: i colleghi si mobilitano per i suoi figli

La storia Viveva a Camerlata e aspettava di poter portare in Italia la moglie e i tre bambini. Lavorava a Vertemate, ben voluto da tutti. Prima il ricovero, poi la morte in ospedale

Bernard aveva un sogno, costruirsi un futuro dignitoso in Italia per vivere felice, lontano da fame e povertà. Per questo, quattro anni fa, aveva lasciato il Ghana e tutta la sua famiglia per ricominciare a Como, sperando di poter portare qui moglie e figli il prima possibile. E ci era quasi riuscito con tanti sacrifici e lavoro finché, un mese fa, è stato colpito da un batterio che, in pochissimo tempo, se l’è portato via.

Così sabato è morto Bernard Kumi, ad appena 33 anni. Viveva a Camerlata e lavorava all’Autodemolizioni Potito di Vertemate, dove aveva un contratto a tempo indeterminato: in quell’ambiente Bernard aveva trovato una seconda famiglia, con i colleghi affezionatissimi a lui e che ora lo piangono. Proprio loro, ancora sconvolti per la sua morte improvvisa, gli stanno organizzando il funerale e proporranno anche una raccolta fondi per aiutare la famiglia del ghanese.

Un doppio ricovero

«Ha cominciato a stare male il 28 dicembre - racconta Marika Faverio, collega -, ha preso il batterio Lysteria, che gli ha provocato una meningoencefalite. Fino a quel momento non aveva mai avuto problemi di salute. È andato in ospedale, prima a Cantù e poi al Sant’Anna. Noi lo avevamo sentito giovedì e sembrava tranquillo, parlava ed era lucido. Poi c’è stato un tracollo e sabato è morto, è successo tutto in fretta».

Bernard non vedeva la sua famiglia dal 2021, quando era tornato in Ghana: ora stava preparando i documenti per ottenere il ricongiungimento. Voleva infatti trovare un appartamento dove poter vivere con la moglie e i tre figli. Purtroppo non ne ha avuto il tempo. «Qui era da solo, non aveva nessuno - aggiunge Marika –, tutti i suoi parenti sono in Ghana. Tutto quello che guadagnava, lo mandava a loro che facevano affidamento su di lui. È stato un grande lavoratore, sempre disponibile: aveva iniziato qui da noi all’autodemolizioni, poi era andato via per un periodo ma era tornato e, dall’anno scorso, aveva un contratto a tempo indeterminato. Quando è arrivato in Italia non parlava bene la lingua, ma si è subito integrato e si è fatto degli amici anche tra i colleghi. Era un ragazzo di poche parole ma volenteroso, si dava molto da fare, carino e disponibile. Se c’era da aiutare, era il primo a dare una mano».

Una colletta per i familiari

Come detto, sono proprio i colleghi ora a organizzare il funerale: la cerimonia si svolgerà sabato mattina, nella chiesa di San Carpoforo e Santa Brigida a Camerlata. «Purtroppo si parlava di cifre altissime per mandare la salma in Ghana, Bernard sarà sepolto qui a Como – conclude la collega -. Stiamo anche pensando di organizzare una colletta per dare una mano alla sua famigliai». Toccato per quanto accaduto anche il titolare dell’Autodemolizioni Potito, Giuseppe Bruno. «Si è sempre dato da fare – conferma Bruno -. Aveva un bel rapporto con tutti. Era molto riservato, ma educato e sempre gentile e disponibile. Non litigava mai con nessuno e non diceva mai di no». Il suo ricordo, sicuramente, rimarrà nel cuore di tutti i colleghi.

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