Un G7 per le persone, le loro storie al centro: «Vi prego, non fuggite davanti alla disabilità»

Assisi Ieri la prima giornata del forum per l’inclusione. Sul palco si alternano le testimonianze di famiglie e associazioni: «Cari ministri, vi chiediamo scuole a misura di tutti»

Il primo giorno del primo G7 della storia dedicato alle persone con disabilità e al tema dell’inclusività, sotto la guida del ministro comasco Alessandra Locatelli, ha avuto come protagoniste indiscusse le storie. Storie di singoli individui, ma anche di famiglie e di comunità che hanno portato sul palco del forum internazionale, iniziato ieri mattina ad Assisi, la propria esperienza, nuda e cruda.

Non è casuale la scelta di Assisi come cuore del G7: la città, in ogni angolo, ricorda a chi arriva da diverse parti d’Italia e del mondo l’esempio di San Francesco d’Assisi e del suo abbraccio al lebbroso, la persona con disabilità per eccellenza a suo tempo, l’escluso tra gli esclusi. E poi Assisi, ieri, si è mostrata agli occhi dei politici, delle associazioni e delle famiglie anche come città pronta a mettersi alla prova, tra scalinate, vicoli stretti, sampietrini e salite ripide, per accogliere tutti. Ciascuno con la propria storia.

Ostacoli da superare

Le storie al centro, dunque. Come quella di Francesca Donnarumma, di Monza Brianza, socia e portavoce dell’associazione Lega del filo d’oro. «La mia vita si divide in due parti - ha raccontato sul palco del G7, nella piazza inferiore di San Francesco, sotto l’omonima Basilica - Prima, quando ero bambina e gestivo la mia quotidianità da sordo cieca grazie alla mia famiglia, di ostacolo in ostacolo e, poi, quando sono entrata nella Lega del filo d’oro e ho ricevuto aiuto nell’affrontare gli ostacoli dati dall’orientamento e dalla mobilità». Donnarumma ha studiato giurisprudenza e ha realizzato il sogno di mettersi, con le proprie conoscenze e competenze, al servizio delle persone con disabilità. «Ho dovuto imparare tutto: dall’usare il bastone bianco e rosso, al braille per studiare, senza dimenticare come utilizzare i mezzi pubblici per raggiungere l’università. Per le persone sorde e cieche occorre lavorare su questo: migliorare l’accessibilità ai servizi e le tecnologie di assistenza e la formazione».

Le associazioni erano presenti in grande numero ieri, sia di fronte al palco che lungo la via San Francesco, che attraversa la città, dove tanti gazebo e punti informativi costellavano i lati della strada, accompagnando i visitatori a scoprire i tanti volti della disabilità e di chi la vive e la accompagna ogni giorno.

Non solo associazioni però, perché nel primo giorno del G7 anche le famiglie hanno rivestito un ruolo di primo piano. Come quella di Anna Marangoni, una bimba di 10 anni con la sindrome di down, terza di tre sorelle, che è salita sul palco con papà Guido, mamma Daniela e una delle due sorelle, Francesca, (Marta, la terza, è in Africa a prestare un servizio di volontariato per la rete di medici per l’Africa, Cuamm).

«Non scappate dalle domande»

«Come sorella maggiore vorrei condividere con voi la bellezza nel vedere i coetanei di mia sorella Anna aiutarla quando non capisce qualcosa e aspettarla se ha bisogno di più tempo - sono state le parole di Francesca Marangoni - Per quanto queste azioni siano semplici, non sono mai scontate. Vi prego, non scappate se i vostri figli o nipoti hanno domande e dubbi sul perché un loro compagno non riesce a camminare, leggere o mangiare come loro, date loro gli strumenti per capire e con la fantasia loro troveranno nuove vie per stare tutti assieme. Cari ministri, questo è quello che ognuno può fare nel quotidiano, ma a voi chiedo delle scuole a misura di tutti. Non vorrei mai vedere Anna esclusa da una gita o qualsiasi altra attività».

G7 disabilità e inclusione - la famiglia di Anna Marangoni sul palco di Assisi. Video di Martina Toppi

Con parole, lingue e narrazioni diverse, tramite la musica e il linguaggio dei segni, ieri in più occasioni è stato ribadito un concetto cruciale che il papà di Anna ha riassunto così: «La disabilità è una cattiva notizia, quando arriva in famiglia, ma la persona che c’è dietro la disabilità è sempre una buona notizia». Come nel caso della nuotatrice e campionessa paralimpica Giulia Ghiretti, che quest’estate ha conquistato la medaglia d’oro per i 100 metri a rana e ieri si è raccontata al G7. «La mia quotidianità è ricalcolare. Tutti quando andiamo in auto siamo abituati a vedere un navigatore ricalcolare, quando c’è un incidente o una strada chiusa. La strada alternativa non è la più semplice, la mia quotidianità è così: ricalcolo ogni giorno, ma lo riesco a fare perché non sono sola, perché ho tante persone intorno».

G7 disabilità e inclusione - la campionessa paralimpica Giulia Ghiretti sale sul palco. Video di Martina Toppi

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