Un medico su 4 in pensione entro 5 anni

Sanità in crisi Manca il ricambio generazionale, sempre più difficile trovare camici bianchi di famiglia e pediatri. Nel Comasco in media ogni professionista ha 1.600 assistiti, per legge non dovrebbero però essere più di 1.300

Entro cinque anni andrà in pensione a Como quasi un quarto dei medici di famiglia. Sul totale dei camici bianchi di medicina generale e pediatri di libera scelta il 38,2% ha tra i 60 e i 70 anni.

Nel distretto di Como, quindi in città e nei paesi limitrofi, operano 89 medici di base la cui età media è pari a 54 anni, sono dunque nati in media nel 1970. Sul totale in 34 (quindi il 38,2%) ha tra i 60 e i 69 anni. Questo significa che la soglia dei settanta anni, termine ultimo entro il quale i professionisti dovranno obbligatoriamente andare in pensione, è sempre più vicina. E, di conseguenza, nei prossimi cinque anni 21 camici bianchi appenderanno lo stetoscopio al chiodo, avendo ora 65 anni. Parliamo del 23,6% dei medici oggi presenti negli ambulatori. Intanto già nei prossimi mesi sono almeno cinque i medici che stanno per maturare i termini per andare in pensione.

Solo un primo segnale

È vero che negli ultimi anni alcune reti di medici sono riuscite, soprattutto in centro, ad accaparrarsi nuovi giovani specialisti per garantire un passaggio di testimone, ma gli under 30 in servizio sono appena il 7,8%, sette in tutto. Mentre i medici tra i trenta e i quarant’anni sono il 12,3%. I cinquantenni (26,97%) sono quasi il doppio dei quarantenni (14,61%), ma sono comunque un terzo meno dei sessantenni (38,2%). Presi i soli pediatri di libera scelta, 14 in tutto il distretto, l’età media non è dissimile e arriva a 55 anni, tre di loro sono prossimi alla pensione. Entro i confini della sola città capoluogo invece i conti sono proprio identici, l’età media è sempre 55 anni. Insomma il ricambio generazionale ancora non si vede ed è tutto da costruire.

Bisogna pensare che il distretto di Como conta circa 145mila cittadini, dunque per ogni medico o pediatra ci sono più di 1.600 potenziali assistiti. Mentre il corretto rapporto dovrebbe essere un medico ogni 1.300 persone, massimo 1.500 salvo deroghe, e per i minorenni il numero scende a 800, massimo mille. Con i giovani specializzandi che hanno tetti più bassi significa che i massimali vengono quasi sempre sforati, in circa sette casi su dieci.

Lo scenario

Secondo l’Ordine e alcuni sindacati di categoria nel prossimo lustro, alla luce dei pensionamenti e dei nuovi ingressi, l’età dei medici dovrebbe calare. Occorre capire se però i giovani neo laureati sceglieranno di fare questa professione o si orienteranno verso altre specialità mediche, molte comunque anch’esse in crisi. L’ultimo concorso di formazione a livello regionale per la medicina generale ha raccolto 280 iscrizioni per 505 posti a disposizione, in genere di questi neo dottori solo qualche unità sceglie di venire nel Comasco.

Al momento il medico più giovane in servizio nella nostra provincia si chiama Lorenzo Abate, lavora tra Montorfano e Lipomo, compiuti i 27 anni ha iniziato dopo la laurea come sostituto, al posto di una dottoressa andata in pensione.

A La Provincia ha spiegato di essersi «subito trovato quasi duemila assistiti a cui tenere testa». Un carico di lavoro assai pesante che ora dovrebbe calare in ragione del corso di formazione in partenza, con una diminuzione dei pazienti da ascoltare e visitare.

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