
Cronaca / Como città
Venerdì 31 Gennaio 2025
Una mattinata con i medici di famiglia: boom di visite, l’influenza morde ancora
Salute Nello studio di via Manzoni ieri in cinque hanno visitato oltre cento pazienti. «Giorni complicati a causa dei virus». I cittadini: «Le liste d’attesa il problema più grave»
Siamo ancora nei giorni del picco influenzale, gli ambulatori dei medici di famiglia sono pieni, come pure Pronto soccorsi e reparti d’ospedale. Nell’ultima settimana, stando alle stime della rete dei medici sentinella, i comaschi colpiti dai virus stagionali sono circa 8mila.
Dunque la medicina di base e quella specialistica stanno cercando di far fronte alle tante richieste. Nello studio di via Manzoni i cinque medici in servizio seguono circa 8mila pazienti, nella giornata di ieri tramite appuntamento hanno visitato circa un centinaio di persone.
I disagi per i più fragili
«Una piccola quota è dedicata alle urgenze – spiega il medico Federico Citella - segue poi qualche visita a domicilio, io assisto circa 400 over 80. Quindi si tenta di rispondere ad almeno una settantina tra mail e telefonate per ricette e consigli. La segreteria oltre l’orario comunque c’è fino alle 19. Sono stati giorni complicati, speriamo presto che le cose migliorino». I cinque medici di famiglia al lavoro si fanno aiutare da un infermiere dedicata. «Medicazioni, vaccini, holter, elettrocardiogramma – racconta Paola Giussani – come infermiera faccio piccola diagnosi e monitoraggi, dalla pressione alla glicemia. Già che i pazienti passano per la visita possono fare dei test senza andare in ospedale».
Questo ambulatorio, stando alle testimonianze delle persone ieri mattina presenti, appare ben organizzato. Ma in generale le cose con la sanità, tra liste d’attesa e mancanza di personale, non vanno per il meglio.
«Quel che fa più rabbia è che a pagamento il posto c’è subito – racconta Luciano Pestuggia – mentre per una Tac o un ecodoppler tramite sistema sanitario bisogna aspettare mesi e mesi. Anche oltre i termini della ricetta».
«Alle volte l’attesa è tanto lunga che i più fragili e soli si dimenticano di curarsi – dice Anna Doufour – i Pronto soccorso offrono un servizio a volte infernale. Con la medicina di base, mancanza di nuovi medici a parte, io ho una buona esperienza». Una difficoltà segnalata è il cambio medico, non si trovano soprattutto in provincia posti liberi. «Forse è sensato concentrare le energie nelle case di comunità – commenta Diego Casiraghi – la distanza non è eccessiva, certo per gli anziani e chi abita in periferia può essere un problema». «La mia esperienza con la sanità non è così negativa – dice Maurizio Mazzanti – in generale io credo che tutti dobbiamo cercare di tenerci stretto il sistema sanitario nazionale».
La sanità privata anche sul nostro territorio pesa per circa la metà delle prestazioni complessive e dei posti letto ospedalieri.
Accesso alle cure difficile
«Si sentono tante persone che raccontano difficoltà nell’accesso alle cure – spiega Patrizia Brambilla – io non ho per fortuna avuto bisogno di grande assistenza, con il mio medico ho sempre avuto una grande confidenza e negli ospedali cittadini per la piccola diagnosi i servizi mi sono sembrati efficienti».
«Anche io mi reputo fortunata tra medico e ospedale – aggiunge Paola Sarnicola – è vero che prenotare alcuni esami e visite è complicato, ma abbiamo tra Como e la Lombardia buone eccellenze che dobbiamo cercare di difendere ad ogni costo. Non dobbiamo lasciare che il diritto alla salute diventi una possibilità solo per chi può permettersi di pagare».
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