Insubria, guerra sull’impero immobiliare e il rettore si allea con il suo “nemico”

Università Si riaccende lo scontro: il Senato Accademico a un passo dalla sfiducia a Tagliabue. Nel mirino la Fondazione voluta dagli attuali vertici chiamata a gestire fondi e beni dell’Ateneo

Tornano a soffiare i venti di buriana sull’Università dell’Insubria. E sulla guida del suo rettore - ormai in scadenza - Angelo Tagliabue. Ma se fino a un paio di anni fa le istituzioni accademiche facevano più o meno quadrato attorno al loro capo nella sua guerra contro il vicario comasco, Stefano Serra Capizzano, oggi lo scacchiere si è letteralmente rovesciato. Con il Senato Accademico che arriva a un passo dalla sfiducia di fatto del rettore e il solo ex “nemico” Serra Capizzano a tendere la mano a Tagliabue.

Il nuovo scontro

Il nuovo pomo della discordia è la Fondazione Università dell’Insubria (Fui). Di cui il rettore è il presidente - e lo sarà anche per almeno i prossimi due anni, in questo modo garantendosi un ruolo istituzionale ben oltre il mandato al vertice dell’Ateneo - e il cui compito, statuto alla mano, dovrebbe essere quello non solo di «acquisire e gestire beni e servizi nell’interesse dell’università», ma anche di «amministrare e gestire le strutture immobiliari universitarie affidate alla sua proprietà o gestione».

All’atto della sua costituzione la Fondazione ha ottenuto un fondo, dall’Ateneo, di un milione di euro. Altri fondi sarebbero in arrivo. E adesso, attraverso una convenzione quadro, l’ente no profit vorrebbe anche arrivare a gestire l’impero immobiliare dell’Insubria. Tutto per conto dell’Ateno, sia ben chiaro. Ma al Senato Accademico questa idea non è piaciuta per nulla.

Da un lato perché ai senatori non è chiaro il senso di spogliare l’Insubria dei propri beni a vantaggio di un ente privato - ancorché no profit - e dall’altro perché a dover gestire quell’impero ancora per almeno due anni sarebbero gli attuali vertici che, tra pochi mesi, saranno cambiati in seguito all’elezione del nuovo rettore.

Il Senato Accademico

Come anticipato ieri dal quotidiano La Prealpina, il 25 marzo scorso il Senato Accademico si è astenuto in massa sulla votazione della convenzione quadro, arrivando a un passo dalla sfiducia al rettore. Unica voce a favore quella del prorettore Serra Capizzano, con il quale Tagliabue da tre anni ha aperto una controversia anche a suon di denunce e controdenunce penali. Eppure proprio l’ex “nemico” ha sostenuto con forza le ragioni del rettore, chiedendo l’approvazione della delibera.

Le tensioni ai vertici dell’Università dell’Insubria sono destinate a ripetersi anche oggi, giorno in cui è convocata la riunione del Consiglio di amministrazione dell’Insubria. In quel Cda siedono due esponenti del Cda della Fondazione: oltre a Tagliabue l’avvocato Fabio Fedi, rappresentante esterno della sede di Varese. Nel corso dell’incontro odierno uno dei punti all’ordine del giorno riguarda proprio la modifica dell’accordo quadro sulla gestione dei beni dell’Università.

Questione complessa, che si gioca tutta norme, statuti e accordi. Ma che è tutto fuorché burocratica o limitata ai cavilli. Perché dietro c’è la gestione di un vero e proprio patrimonio in termini di beni immobiliari e non solo. Che sarebbe gestito da chi, tra pochi mesi, dovrà togliere l’ermellino e consegnarlo al proprio successore.

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