Cronaca / Como città
Venerdì 17 Maggio 2024
«Uno stadio a Como sul modello Bergamo? Si può»
L’intervista Il sindaco Giorgio Gori sul Gewiss Stadium: «L’Atalanta ha comprato da noi il vecchio impianto. Al Comune in cambio nuovi spazi pubblici e posteggi»
Gewiss Stadium: 25mila posti interamente coperti e un investimento da oltre 100 milioni per un intervento di riqualificazione durato cinque anni, che vedrà al termine della stagione estiva l’atto finale di un’operazione iniziata nel 2019. La storia dello stadio di Bergamo, fino al 2017 “Azzurri d’Italia”, traccia secondo Giorgio Gori, attuale sindaco della città, un percorso chiaro dal quale anche Como potrebbe prendere ispirazione, a maggior ragione se i lavori fossero affidati, come ha riferito il manager Suwarso, al gruppo Percassi, che ha “firmato” l’impianto orobico.
Lo ha raccontato lo stesso Gori in occasione di una visita in città per la promozione della campagna per le elezioni Europee del Partito Democratico, di cui è candidato.
L’Atalanta e Bergamo, il Como e la nostra città: pensa sia ipotizzabile per il Sinigaglia un percorso simile a quello intraprese per il Gewiss Stadium?
Penso assolutamente di sì. Devo dire che il successo che ha avuto il Como quest’anno con il nuovo allenatore e con questa squadra così competitiva giustifica lo sforzo di per un impianto sportivo di livello. La strada che abbiamo percorso a Bergamo è un modello che credo possa e debba essere valutato anche per Como.
Com’è andata in quel caso?
Lo stadio era vecchio, inaugurato nel 1928, ed era di proprietà del Comune, che doveva sostenerne anche gli ingenti costi di manutenzione. Abbiamo deciso quindi di farlo valutare da una società terza e lo abbiamo messo in vendita. Quindi è stato comprato dall’Atalanta, nel 2017, tramite una società controllata dall’Atalanta stessa, la Stadio Atalanta Srl.
Una stretta collaborazione tra la società calcistica e l’amministrazione comunale, quindi?
Sì, l’Atalanta da quel giorno è proprietaria dello stadio e ha sviluppato un piano di investimenti mirato a ristrutturarlo completamente.
È riuscita a farlo senza interferire con l’andamento dei campionati?
I lavori sono stati fatti un pezzo alla volta, durante l’estate e nei periodi di pausa, cercando di non interferire con le partite. La riqualificazione è iniziata nel 2019, con la realizzazione della nuova curva nord Pisani, e alla fine di questa estate sarà terminata l’ultima fase.
In questi cinque anni si sono già visti, dal punto di vista dell’amministrazione comunale, i frutti dei lavori svolti?
C’è stato un corrispettivo, senza dubbio, perché la società ha dovuto fare molte opere pubbliche a integrazione dell’investimento e va sottolineato, perché non sempre è così, che non ha avuto contropartite commerciali rilevanti, giusto i negozi alla base dello stadio. Il Comune di Bergamo ha ottenuto una serie di contropartite significative per quanto riguarda tutta l’area circostante: piazzali, spazi pubblici, ma anche il ricavato dalla monetizzazione del parcheggio interrato e la sistemazione di un centro sportivo vicino.
Cosa ha significato per una città come Bergamo avere una squadra come l’Atalanta, in questi anni?
È stato un grande beneficio: una squadra che vince, che va in Europa porta ricchezza, ma non solo. Alla semifinale di coppa dell’Europa League abbiamo avuto seimila turisti in città per l’Atalanta: questo significa che intorno ai successi della squadra si muove anche l’economia della città. Uno stadio senza una squadra che vince non ha senso, ma vale anche il contrario.
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