Usura, finisce in cella
nonostante i suoi 82 anni
Aveva una pistola in casa

Como: Sfumano i domiciliari per Giovanni Gregorio. I finanzieri hanno trovato un revolver funzionante

La stessa Procura di Como, in considerazione dell’età, quando è stato il momento di chiedere l’arresto per Giovanni Gregorio, uno dei tre indagati accusato di usura finiti nei guai nell’operazione “Chi vuole essere milionario”, ha optato per i domiciliari. Ma dopo che i finanzieri del nucleo di polizia economico finanziaria, durante al perquisizione domiciliari, hanno trovato un revolver perfettamente funzionante mai registrato in Italia - e quindi di fatto arma clandestina - anche per Gregorio si sono aperte le porte del carcere. A dispetto dei suoi 82 anni già compiuti.

L’interrogatorio

Il giudice delle indagini preliminari, Carlo Cecchetti, ieri mattina non solo ha confermato la misura cautelare per l’usura, ma ha anche convalidato l’arresto per detenzione di arma clandestina e disposto il carcere anche per ricettazione e per la detenzioni delle munizioni.

I finanzieri, quando lunedì mattina hanno effettuato l’irruzione nella casa di Como dove Gregorio è domiciliato (ancorché formalmente residente a Bellagio), avevano trovato all’interno di un comodino nella stanza da letto un vecchio revolver calibro 7 cosiddetto “a spillo” e una scatola di munizioni per la pistola. Il revolver era marchiato con il simbolo del branco di prova di Liegi, ma in Italia non era mai stato immatricolato. Quando gli investigatori hanno fatto periziare l’arma e accertato che fosse perfettamente funzionante, allora è scattato immediatamente l’arresto in carcere. Come detto, convalidato e tramutato in un’ordinanza di custodia cautelare dal giudice, ieri mattina.

Giovanni Gregorio, collegato in videoconferenza dal carcere con l’ufficio del giudice delle indagini preliminari, ieri mattina si è avvalso della facoltà di non rispondere. Nessuna spiegazione né sull’arma ritrovata a casa sua, né tantomeno sulle accuse di aver prestato 400mila euro (pretendendone 600mila in cambio) a tassi d’usura al ragioniere comasco Bruno De Benedetto. Lo stesso Gregorio è anche l’unico del terzetto di arrestati lunedì (gli altri due sono Gabro Panfili, 74 anni di Laglio, e Paolo Barrasso, 58 anni residente a Como) a dover rispondere anche dell’accusa di estorsione e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, per aver imposto allo stesso De Benedetto l’assunzione presso le sue società di un’amica di nazionalità straniera, da un lato per consentirle di avere il permesso di soggiorno, dall’altro per camuffare la restituzione delle rate del prestito.

Tutti in silenzio

Sempre ieri mattina era fissato anche l’interrogatorio degli altri due arrestati: pure loro si sono avvalsi della facoltà di non rispondere alle domande del giudice e pure loro restano in carcere. Panfili è accusato di quattro episodi di usura per un profitto conseguito stimato dalle fiamme gialle in oltre un quarto di milione di euro, mentre Barrasso è accusato di due episodi di usura per un profitto di poco inferiore ai 400mila euro.n 
Paolo Moretti

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