Valduce, allarme per il calo delle nascite: entro l’anno saranno meno di mille

Popolazione A inizio 2024 il saldo regionale sembrava positivo, poi l’inversione di tendenza - Il primario: «Perso un terzo dei neonati dal 2010, i flussi migratori non compensano più»

Como

Calo delle nascite, il Valduce rischia di non arrivare a mille parti in un anno. Sarebbe la prima volta.

Dieci anni fa i bambini venuti alla luce all’ospedale di via Dante erano stati 1.332, poi sono scesi ancor prima della pandemia nel 2019 a 1.165. Dopo l’ulteriore calo del 2022, 1.038 neonati, l’anno scorso c’era stato un timido segnale positivo, 1.050 parti. Ad oggi il reparto Materno infantile ha registrato 900 neonati, nel 2024 per superare l’asticella dei mille parti occorre accogliere più di tre nuovi nati al giorno, una statistica non scontata. La speranza è sfiorare il migliaio di nascite entro Natale.

In termini burocratici scendere sotto ai mille neonati poco cambia, la cifra però è simbolica, sono sempre meno infatti gli ospedali del nord Italia di medie dimensioni a contare più di un migliaio di parti l’anno. Non a caso il Valduce è impegnato ad offrire alle giovani famiglie più servizi non solo di tipo sanitario, il 30 novembre per esempio il reparto Materno infantile presenta in via Vitani il progetto “Nati per leggere”, ma specialisti e ostetriche accompagnano anche a casa le neo mamme per non farle sentire sole. Tutti modi per migliorare il percorso nascita, pur non potendo invertire la curva demografica, da più di quindici anni in calo nel Comasco.

«A inizio anno il saldo in Lombardia sembrava positivo, poi le nascite sono tornate ovunque a diminuire – dice Daniele Merazzi, il primario del Materno infantile del Valduce – abbiamo perso a livello regionale circa un terzo dei neonati dal 2010, i flussi migratori non compensano più. Quel che mi preoccupa è che le bambine, le future mamme, sono sempre meno, dunque i neonati fra trent’anni saranno pochissimi. Penso che la politica e la società dovrebbero ragionare di più su queste tematiche».

Il Sant’Anna tiene. Il punto nascite ha già accolto 1.624 neonati da inizio anno, entro dicembre la stima è arrivare attorno ai 1.800 parti. Nel 2023 erano stati 1.723 i nati in via Ravona, in calo rispetto al 2022 (1.835) e al 2021 (1.803). Nell’anno della pandemia le nascite erano state 1.935, l’anno precedente 1.760, mentre dieci anni fa 1.868. Un numero che dunque oscilla, ma che accentrando la domanda dell’intera provincia non cala in maniera drastica. A Erba invece il reparto Materno infantile conta 320 nascite a fine ottobre ed è in cerca di rilancio, complice la nuova proprietà. Sì perché i parti negli ultimi anni si sono più avvicinati a quota 400, quando prima della pandemia erano 600, 700 l’anno, dieci anni fa addirittura 800.

Al piccolo punto nascite di Gravedona i parti nel 2024 sono stati 280, la stima è arrivare attorno ai 300 neonati. Pochi, rispetto a prima della pandemia il calo è stato pari a quasi una quarantina di partorienti. In teoria sotto ai 500 parti i reparti Materno infantili andrebbero razionalizzati. E del resto ormai il numero di nuovi nati ha raggiunto il minimo storico. In provincia nell’ultimo decennio le nascite (registrate anche negli ospedali fuori dai confini del Comasco) sono diminuite del 28,7%. Siamo a circa 3.600 neonati l’anno, quando dieci anni fa erano più di 5mila.

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