Valduce, medico Covid dice no al vaccino
E fra i dottori di base è “no vax” il 25%

Ancora molte incertezze tra i camici bianchi a un mese e mezzo dal via alla campagna - Il direttore sanitario di via Dante: «In settimana completeremo le vaccinazioni e valuteremo»

Più di un medico su quattro a Como non si è ancora fatto vaccinare, perfino uno specialista anti Covid del Valduce.

Ad un mese e mezzo dalla partenza della campagna vaccinale i sanitari che non vogliono farsi inoculare il vaccino sono ancora una fetta più che consistente. Al momento l’adesione tra i medici di famiglia è forse solo sufficiente al raggiungimento dell’immunità di gregge. L’Italia non ha introdotto l’obbligo, certo per chi presta le cure ed è a contatto con i pazienti la vaccinazione assume i contorni di una responsabilità professionale e civile. Ancor più se occorre dare il buon esempio al resto della popolazione che attende con ansia le dosi.

L’ultimo caso riguarda un noto specialista del Valduce, impiegato anche nei reparti Covid. L’interessato, raggiunto telefonicamente, non vuole però in alcun modo rilasciare dichiarazioni. Il medico è comunque in buona compagnia. A Como e provincia si è fatto vaccinare il 73% dei medici di medicina generale, dei pediatri, delle guardie mediche e dei membri delle unità speciali anti coronavirus. Detto che questi ultimi hanno un’adesione vicina al 100% mentre i medici di famiglia partivano a gennaio da un’adesione pari al 65%. Davvero pochi. Nell’Asst Lariana i sanitari che sono stati fino ad ora coperti sono l’83%.

Ad inizio gennaio l’adesione tra gli ospedalieri pubblici era del 72%, poi è molto cresciuta, merito anche dell’opera di sensibilizzazione messa in atto personalmente dal direttore generale dell’ex azienda ospedaliera Fabio Banfi. Salvo qualche sindacato, per esempio la Cgil dei medici di Como, ordini e professioni dei medici e degli infermieri pur consigliando caldamente la vaccinazione hanno sempre scosso la testa per l’introduzione dell’obbligo. Come detto ad oggi in Italia nessun cittadino può essere obbligato a farsi vaccinare. Anche se è bene ricordare che esistono da quattro anni le dieci vaccinazioni pediatriche obbligatorie da presentarsi all’iscrizione in asili e scuole.

Secondo Filippo Anelli, il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici, è però «possibile per il datore spostare il medico non vaccinato in un altro reparto a ad un’altra mansione che non preveda il contatto diretto con i pazienti».

Per sua tutela e per tutela dell’assistito. Questo a prescindere dall’incertezza della scienza circa la possibilità che anche i soggetti vaccinati possano ancora trasmettere il virus. «Non conosco le specifiche motivazioni dello specialista in questione – commenta il segretario generale del Valduce Mauro Turconi – comprendo però il tema visto che un medico lavora in ospedale ed è a contatto con i pazienti. Abbiamo comunque raccolto le adesioni e per differenza sono note le persone non ancora vaccinate. Questa settimana con l’arrivo delle ultime dosi completeremo le vaccinazioni dell’ospedale e valuteremo come procedere».

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