Cronaca / Como città
Mercoledì 22 Aprile 2020
«Vedo polmoniti meno gravi
Il virus sembra attenuarsi»
Como, lo pneumologo Rossini: «Cure domiciliari più efficaci, potrebbe incidere anche la stagionalità. Ma non si canti vittoria»
L’impressione di molti addetti ai lavori è che il coronavirus stia perdendo giorno dopo giorno forza.
E, di contro, medici e ospedali ora sono più preparati a curare gli ammalati. «Sì, l’impressione è che il virus sia meno cattivo di prima – dice Valerio Rossini, pneumologo del Valduce – almeno così sembra ai colleghi del pronto soccorso e a noi in reparto che guardando le tac dei polmoni. È un fatto che comunque in effetti diversi esperti e illustri virologi stanno rimarcando negli ultimi tempi, legato forse anche all’andamento stagionale. Prima però di avere certezze è bene studiare approfonditamente numeri e statistiche e non azzardare teorie senza fondamento».
Tutte le tipologie dei coronavirus, anche quelli responsabili delle ondate influenzale comuni e poco allarmanti, si diffondono in inverno e al massimo in primavera, d’estate il contagio e la trasmissione in genere si arresta. Ma che pazienti arrivano oggi allora in ospedale? «La prima tipologia riguarda gli anziani prima ospiti nelle Rsa – dice Rossini – questa fetta della popolazione ha un quadro già molto compromesso e preoccupante, difficile da capovolgere purtroppo. La seconda tipologia invece sono persone con sintomi più lievi, le cui polmoniti non sono così potenti come quelle che vedevamo nei primi giorni dell’epidemia».
Allora il virus adesso è meno crudele, che le terapie intensive si stiano svuotando del resto è un fatto nel comasco come nel resto della Lombardia. «C’è però da osservare un altro aspetto – dice sempre Rossini -. In ospedale abbiamo affinato le cure e le terapie, siamo più pronti nel dare una risposta rispetto a fine febbraio. Ed anche a casa i pazienti sono meglio seguiti, più monitorati, meno abbandonati. Anche i medici di medicina generale hanno più strumenti, più indicazioni. Non c’è solo la tachipirina, il riposo a letto e l’attesa. Le condizioni peggiorano meno velocemente».
Più probabilmente, senza azzardare ipotesi come suggerisce lo specialista comasco, la commistione di più variabili - in primis l’identificazione di nuovi percorsi terapeutici - sta contribuendo ad alleggerire il quadro dell’epidemia.n
S. Bac.
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