Via Perti, i genitori ricorrono al Tar contro il Comune: «Udienza fissata il 13 gennaio»

Como Ufficializzata l’azione legale del gruppo di genitori che ruotano intorno alla primaria Nazario Sauro e all’asilo via Volta: «Donati 8mila euro, ma la raccolta fondi continua»

C’è un nuovo ricorso al Tar contro il Comune. Annunciata già nei mesi scorsi, da ieri è fattuale l’azione legale intentata dai genitori del movimento delle scuole di via Perti e via Volta (rispettivamente una primaria e un asilo).

Dopo il caso Magnolia

La mossa arriva dopo ripetuti tentativi da parte dei genitori, rappresentati da Vincenzo Falanga e Teresa Minniti, di confrontarsi con il sindaco Alessandro Rapinese e la giunta dopo la delibera con cui l’amministrazione ha stabilito la chiusura di sei scuole tra 2025 e 2026. La decisione arriva dopo due fatti collaterali, ma significativi per lo svolgersi di questa vicenda: la bocciatura, da un lato, dei quesiti referendari deposti dagli stessi genitori a Palazzo Cernezzi, a seguito della raccolta firme, e la vittoria di un altro gruppo di genitori, quelli del comitato “Como a misura di famiglia”, sancita dai giudici del Tar sul caso del nido Magnolia, di via Passeri. «È una sentenza che ci dà coraggio e speranza di essere ascoltati - conferma Minniti - Anche se l’interlocutore con cui ci interfacceremo non sarà colui a cui chiediamo di ascoltare le nostre ragioni e di mettere al centro gli interessi di cittadini e famiglie». Non è questo l’unico elemento che i genitori pensano possa accomunare il caso di via Passeri a quelli di via Perti e via Volta (l’assistenza legale sarà fornita, tra l’altro, dagli avvocati Giovanni Murgia e Ruggero Tumbiolo, già riferimento per i genitori del nido Magnolia). «Anche nel nostro caso - continua Minniti - abbiamo motivo di ritenere che il Comune abbia agito senza curarsi di svolgere un’istruttoria compiuta, senza verificare le ricadute della riorganizzazione sui diritti costituzionalmente garantiti dei minori e dell’infanzia, senza bilanciare gli interessi pubblici e le esigenze di razionalizzazione e senza alcuna idonea istruttoria e motivazione. Sono punti già ripresi dal Tar nel caso Magnolia».

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Sospensiva cautelare

La prima udienza è già stata fissata per il 13 gennaio, con l’obiettivo delle famiglie di ottenere dai giudici del Tar una sospensiva, in via cautelare, della delibera che permetta di iscrivere nel frattempo i figli nelle due scuole, entro il termine del 25 gennaio. «Abbiamo raccolto 8mila euro e abbiamo agito perché il termine ultimo per il ricorso era il 26 dicembre. L’obiettivo però è raggiungere quota 16mila euro - conclude Falanga - La mobilitazione della cittadinanza per noi è fondamentale, ma dimostra anche quanto la causa sia sentita dalla comunità comasca. Il ricorso non è solo un gesto di opposizione, ma anche un appello a ripensare le politiche scolastiche in modo inclusivo e partecipativo, rimettendo al centro il benessere dei bambini, delle loro famiglie e il valore delle scuole di quartiere».

L’appello alla cittadinanza: «Aiutateci con i fondi»

La raccolta fondi lanciata a fine novembre per sollecitare la cittadinanza a dare un sostegno economico al gruppo di famiglie che aveva già deciso di avviare un ricorso al Tar contro il Comune è arrivata a ottomila euro (di questi tremila sono stati raccolti tramite la campagna di foundraising su gofoundme). L’obiettivo è raggiungere quota sedicimila euro, ma i tempi stringono - è possibile fare ricorso ai giudizi amministrativi fino al 26 dicembre - e quindi il gruppo dei genitori ha deciso di agire. «Grazie alla mobilitazione delle famiglie, degli ex alunni e della cittadinanza, la raccolta fondi per sostenere le spese legali ha ottenuto un grande successo, dimostrando quanto questa causa sia sentita dalla comunità comasca. Il sostegno ricevuto è straordinario e rimane fondamentale per portare avanti questa battaglia» scrivono le famiglie. Sabato 14 dicembre la scuola di via Perti è stata teatro di una mostra organizzata dagli ex alunni ed insegnanti.

«Questa iniziativa legale - scrivono i rappresentanti del movimento dei genitori annunciando l’inizio dell’azione legale - rappresenta un passo fondamentale per tutelare non solo i diritti degli alunni e delle famiglie coinvolte, ma anche il valore educativo e sociale che queste scuole rappresentano per il centro storico e la città di Como. Il ricorso al Tar non è solo un gesto di opposizione, ma anche un appello a ripensare le politiche scolastiche in modo inclusivo e partecipativo, mettendo al centro il benessere dei bambini, delle famiglie e il valore delle scuole di quartiere».

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