Via Perti, scontro sindaco-genitori. Per Rapinese si tratta di una «scuola marcia», le famiglie chiedono «un dialogo sereno»

Il caso Il sindaco rivendica la decisione di chiudere l’immobile: «Cittadini accecati dal rancore». Ma il presidente del consiglio d’istituto: «Investiti tanti soldi pubblici, il problema riguarda tutti»

Mentre sui propri profili social ufficiali il sindaco Alessandro Rapinese etichetta come «putridi» i partiti «ed i loro amici» critici sulla decisione del Comune di chiudere sei scuole tra il 2025 e il 2026, dal consiglio d’istituto Como Nord Borgovico la richiesta, espressa dal presidente Simone Molteni, è quella di «modificare i toni e spostare la questione su un tavolo adeguato».

La questione è quella da settimane ormai al centro del dibattito cittadino. «Ma non si tratta di una discussione politica» commenta Molteni, che è anche protagonista di un video pubblicato ieri su Youtube e poi rapidamente diffuso sui social, in cui a nome del consiglio d’istituto Como Borgovico mostra e racconta ai comaschi la realtà della primaria N. Sauro di Via Perti e dell’asilo Carluccio di via Volta. Eppure è proprio di politica che parla invece il sindaco sui social, definendosi «stravincitore delle ultime elezioni», parlando di «cittadini accecati dal rancore» e affermando di aver dimostrato che «la scuola di via Perti è marcia».

Spazi aperti

«Non vogliamo fomentare le polemiche che già esistono - specifica invece Molteni - ma rimettere in ordine alcuni punti su cui la discussione è stata costruita, ma che sono inesatti». Nel video, infatti, alcune delle ragioni esposte nel documento realizzato dal Comune per pianificare le chiusure, vengono smentite. Si parte dall’affermazione secondo cui l’asilo Carluccio, per via della «posizione dell’immobile all’interno di un isolato del centro storico» non offre spazi aperti per le attività all’esterno. «Ma basta entrare nell’asilo per rendersi conto che questi spazi esistono» ribadisce Molteni, mostrando poi nel video queste stesse aree. Un altro dato smentito è l’effetto del calo demografico sugli studenti delle scuole in questione. Nel caso dell’asilo di via Volta, dal 2017 a oggi, le richieste di iscrizione sono sempre state superiori alla capacità della struttura (60 studenti), con la formazione di una lista d’attesa, quest’anno comprendente cinque famiglie. «In via Perti si sono persi 20 alunni in vent’anni. Oggi ce ne sono 97. Questo calo a nostro avviso, oltre a non essere drastico, è dovuto anche allo stato di abbandono che le varie amministrazioni hanno provveduto a creare».

Problemi strutturali

La necessità della sostituzione dei «coppi del manto di copertura», le infiltrazioni d’acqua e le strutture lignee portanti indebolite, oltre al controsoffitto in pannello di cartongesso e gli infissi da sostituire sono le problematiche strutturali che l’amministrazione attribuisce alla Carluccio, «ma che negli ultimi documenti di valutazione rischi della scuola non risultano - commenta Molteni - Anche qui il metodo è stato sbagliato secondo noi, la notizia delle chiusure è stata data senza schede tecniche di accompagnamento e generando solo caos tra bambini e insegnanti».

La richiesta lanciata nel video e ribadita da Molteni, come già in precedenza era stato fatto dal movimento genitori della N. Sauro e della Carluccio in una lettera, è «discutere con serenità di un problema complesso. Dopo la chiusura di una scuola non c’è ritorno e gli effetti riguardano tutti, sia le altre scuole, per i cambiamenti interni al corpo docenti, che i cittadini i cui soldi sono stati investiti in questi immobili». Soldi che, per l’istituto N. Sauro, considerando solo i bandi vinti e i finanziamenti Pnrr degli ultimi tre anni, ammontano a 386mila euro.

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