Violenza e tentato omicidio in centro
Il responsabile arrestato a Napoli

I carabinieri di Como hanno fermato un uomo. Alla fine di agosto aveva abusato sessualmente e colpito alla testa con dei sassi una donna

Lo cercavano dallo scorso inverno, da quando cioè il giudice ha emesso a suo carico un’ordinanza di custodia cautelare con l’accusa di tentato omicidio, violenza sessuale aggravata e rapina. Finalmente, dopo mesi di caccia all’uomo, i carabinieri della stazione di Como sono riusciti a rintracciarlo, nel Napoletano. E i colleghi di Castellamare di Stabia lo hanno arrestato.

La denuncia

È sospettato di essere l’autore di una brutale aggressione Prince Ibrahim Payani, 21 anni, originario del Burkina Faso. Nella notte tra il 24 e il 25 agosto scorsi il giovane avrebbe aggredito, colpito ripetutamente alla testa con dei sassi, violentato e rapinato una ragazza comasca, incontrata per caso nel corso della giornata precedente e con la quale il giovane ha trascorso ore a passeggiare e a bere.

Poi, nel corso della notte, lui ha accompagnato lei vicino alla biblioteca e, quindi, l’ha trascinata all’interno del cantiere dello stabile in ristrutturazione tra via Diaz e via Parini e qui l’avrebbe violentata. Nel corso degli abusi, secondo l’accusa, il giovane stranieri avrebbe preso dapprima una pietra utilizzata per colpire alla testa la donna, quindi un pesante blocco di cemento anche questo utilizzato contro la malcapitata.

L’inchiesta

La vittima venne ritrovata la mattina successiva, in zona Porta Torre, con il volto ricoperto di sangue dai carabinieri e dal personale del 118. Una volta in pronto soccorso, i medici hanno riscontrato ferite e lesioni molto serie giudicate guaribili con una prognosi non inferiore ai quaranta giorni. La ragazza, che risulta seguita da un centro psigcologico, ha ricostruito passo dopo passo la notte di terrore. Anzi, ha iniziato il suo racconto da prima, ovvero dall’incontro casuale con questo giovane, non particolarmente alto, con i capelli rasta e un labbro tumefatto (circostanza che ha aiutato gli inquirenti ha risalire all’identità del responsabile).

I carabinieri della stazione di Como, coordinati dal pubblico ministero Massimo Astori, si sono messi pazientemente a ricostruire le ventiquattr’ore trascorse assieme al suo aguzzino. Sono risaliti a una testimone, una barista del lungolago che aveva servito delle birre ai due, quindi erano riusciti anche - attraverso ad alcune telecamere - a ricostruire il tragitto che hanno fatto assieme. Infine, sul luogo della feroce aggressione, hanno pure ritrovato le chiavi di casa della vittima, cadute durante la violenza, a conferma del fatto che il racconto non fosse né inventato né frutto di fantasie. Anzi, proprio la quantità di riscontri ha convinto il giudice a considerare granitica la denuncia.

All’identità di Ibrahim Payani i carabinieri sono arrivati proprio grazie al volto tumefatto. Il giovane aveva detto di essere stato picchiato i giorni precedenti e, in effetti, tra i pazienti medicati al Sant’Anna è emersa la cartella clinica di un ragazzo che si era presentato con una ferita al labbro dovuta a un pugno. Quel ragazzo era proprio Prince Ibrahim Payani. E la sua foto è stata riconosciuta - tra diverse altre - non soltanto dalla vittima, ma anche dalla barista che aveva servito ai due la birra il pomeriggio precedente.

Ora il giovane è in cella: sarà interrogato forse già lunedì.n 
P.Mor.

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