Virus: frontiere chiuse?
La Svizzera alla scelta finale

Vertice a Berna: oggi incontro decisivo con il ministro L’associazione delle industrie: «Non si può escludere»

Questa mattina la deputazione ticinese guidata da Marina Carobbio incontrerà a Berna il ministro federale Simonetta Sommaruga per un tema che ormai tiene banco in Ticino quasi quanto l’emergenza Coronavirus (99 i contagi in Ticino, dove si è registrato ieri il primo paziente deceduto): «Dogane aperte o chiuse?».

Quesito cui oggi sarà data una risposta si spera definitiva, anche se le premesse per un buon numero di frontalieri - sicuramente esclusi dai provvedimenti i 4200 lavoratori impiegati in comparto della sanità - sono tutt’altro che rosee.

Annunci e smentite

Dopo una giornata di annunci e repentine smentite (come quella di metà pomeriggio del Consolato svizzero d’Italia: «Falsa la notizia che la Svizzera sta chiudendo i suoi confini con l’Italia»), nel tardo pomeriggio è arrivata una nota alle imprese della sempre solerte Aiti - l’associazione delle industrie ticinesi - che agli associati ha fatto sapere che «lo scenario di un’eventuale chiusura delle frontiere non può più essere escluso».

E ieri tra le mille voci ha preso corpo anche quella di un blocco delle frontiere - su cui Berna ha l’unica voce in capitolo - da venerdì sera.

Da diverse parti e non solo dalla politica sono giunti appelli per chiudere “le frontiere”, ma anche “le scuole” (argomento questo tutto ticinese).

E ieri sera, ai microfoni di TeleTicino, Marina Carobbio ha fatto sapere che «sul tavolo della riunione di domani mattina (questa mattina, ndr) ci sarà la chiusura delle frontiere», tanto per sgomberare il campo da possibili fraintendimenti.

Il tema è molto delicato, anche perché di mezzo ci sono - al netto del settore di rilevanza strategica come la sanità - figure professionali importanti - nei vari comparti - senza le quali molte aziende ticinesi sarebbero in difficoltà. Per questo Aiti ha invitato le imprese - come riportato da ticinonews.ch - a prendere in considerazione la possibilità di chiedere al personale strategico di trattenersi a risiedere per un determinato periodo in Svizzera.

Residenza a tempo

«Ci rendiamo conto che è una decisione difficile da prendere, soprattutto da parte di persone che hanno famiglia e affetti nella regione di provenienza», si legge nella mail dell’associazione. Quella di ieri non è stata una giornata facile comunque in corrispondenza di molti valichi.

Segnalate dai frontalieri in ingresso ieri mattina code per controllo documenti dopo la dogana di Chiasso Strada (in corrispondenza del Centro Ovale) e code in serata in uscita, con attese di parecchi minuti.

Conseguenza questa dell’inasprimento dei controlli (si entra solo se muniti del permesso di lavoro) invocato già lunedì da gran parte della politica ticinese, che ha chiamato in causa direttamente il ministro Norman Gobbi che si è sfilato con eleganza dalle polemiche. (Marco Palumbo)

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