
(Foto di archivio)
La polemica I soci si ritrovano oggi nella prima assemblea dopo l’elezione del nuovo Consiglio direttivo
I soci dello Yacht Club, l’associazione sportiva di viale Puecher reduce da due anni di “mareggiate” e polemiche soprattutto per la gestione di ricavi milionari legati alle vendite di carburante ai taxi boat, si ritrovano oggi nella prima assemblea dopo l’elezione del nuovo Consiglio direttivo, che ha visto la vittoria di Gioacchino Favara, già consigliere comunale in città una decina di anni fa a metà strada tra Pd e renziani. Pronti e via, soffia vento di forti novità ma, anche, di nuove polemiche.
Il primo atto dei nuovi vertici, infatti, è il cambio dello statuto, rivisto e corretto non più tardi di un anno fa dall’allora presidente Giancarlo Ge con l’introduzione di regole che - di fatto - consentivano l’eliminazione dalla corsa per il rinnovo delle cariche (previsto di lì a poco) di possibili sgraditi concorrenti. Quella norma non verrà rivista, nel nuovo statuto, ma cambia e sensibilmente la parte relativa agli organi di disciplina interna. Con due novità di rilievo e, paradossalmente, di segno opposto. Perché se da un lato si punta a togliere al Consiglio direttivo l’arma dei provvedimenti disciplinari contro i soci, dall’altro si consente agli attuali vertici - sottoforma di norma transitoria - di scegliere i giudici che dovranno valutare i soci stessi (e gli stessi vertici) da qui ai prossimi mesi (in vista di una nuova assemblea e delle elezioni dei giudici stessi).
Attualmente i provvedimenti disciplinari vengono presi dal Consiglio direttivo e poi, in seconda istanza, da un collegio indipendente di Probiviri. Nel nuovo statuto viene introdotta la figura del Giudice sociale, un socio laureato in giurisprudenza che sarà organo di giustizia di primo grado (al posto del Consiglio direttivo), e una Commissione sociale d’appello (al posto dei Probiviri). L’annuncio ha subito creato agitazione nell’associazione, tanto che due dei tre componenti del collegio dei Probiviri si sono dimessi. Ma anche il terzo componente, l’ex commissario dello Yacht Club nonché delegato Coni Niki D’Angelo, decadrà inevitabilmente e dovrà lasciare, nonostante nel corso delle elezioni di pochi mesi fa avesse preso poco meno di 200 consensi.
Alcuni soci hanno fatto notare come questa modifica dello statuto e, in particolare, la norma transitoria che consentirà all’attuale Consiglio direttivo di scegliersi sia il Giudice sociale che la Commissione sociale d’appello, rischia di essere legata a una serie di esposti inviati ai Probiviri stessi in cui si contestano violazioni dello statuto da parte dell’ex presidente Ge, ma anche di attuali componenti del Consiglio direttivo tra i quali Favara. Come dire: saranno i giudici scelti dal presidente a giudicare il presidente.
«In realtà - dice Favara - abbiamo già archiviato tutto, perché abbiamo ritenuto gli esposti, sia contro di noi che a carico di chi ci avrebbe attaccati, non meritevoli di essere passati ai collegi di disciplina. Come ho detto il mio mandato sarà di pace, non di guerra. Quindi abbiamo lasciato agli atti dei futuri organi giudicanti solo la lettera di 48 soci che mette in discussione la facoltà del commissario di fatturare consulenze, tra le quali il ravvedimento operoso con l’Agenzia delle entrate. Abbiamo lasciato questo atto al vaglio, perché attiene il patrimonio dell’associazione e non riguarda vicende personali».
Quell’unico provvedimento va contro Niki D’Angelo, il più votato per i Probiviri che Favara ha già annunciato di non riconfermare nei collegi di disciplina: «Si è assunto la responsabilità di portare il club davanti all’Agenzia delle entrate e, per molti soci, non poteva farlo».
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