Yacht Club, l’autogol di Ge. Tradito dalle sue stesse regole

Società sportiva Dopo vent’anni di potere assoluto, il presidente costretto ad abdicare

La riforma dello statuto che rischiava di tagliar le gambe a ogni possibile rivale verso la corsa alla presidenza, alla fine è costata il vertice dello Yacht Club a chi, quella riforma, aveva fortemente voluto: il presidente Giancarlo Ge. Finisce un’epoca nel club mono-presidente di viale Puecher. Dall’anno della sua fondazione, nel 2004, a oggi si è assistito a una sorta di regno ventennale appannaggio di un uomo solo al comando: Giancarlo Ge, per l’appunto. Il quale, nei giorni scorsi, aveva formalizzato nuovamente la propria candidatura, in vista delle elezioni che si terranno domani, salvo essere costretto a rinunciare a causa delle sue stesse regole.

Proviamo a riassumere una vicenda che solo all’apparenza riguarda un club sportivo privato, non fosse che è ospite di uno degli edifici comunali più prestigiosi della città (per il quale Palazzo Cernezzi riceve appena 34.400 euro l’anno) in una delle zona più affascinanti del primo bacino con un porto marina che farebbe gola a molti (per il quale l’associazione paga 34mila di concessione demaniale). Il tutto a fronte di ricavi commerciali (dai quali dunque van dedotte le spese) pari a ben il 70% dei 2,4 milioni di introiti messi a bilancio lo scorso anno.

Nel marzo scorso l’assemblea dei soci dell’associazione sportiva dilettantistica aveva approvato, a maggioranza, una modifica dello statuto sulla quale si erano levate alcune - isolate - voci scettiche e di opposizione. Tra le modifiche che maggiormente avevano lasciato perplessi, quella riguardante i candidati alle cariche sociali: non possono esserlo coloro che hanno subito una sanzione disciplinare anche in seno alla vita associativa. Tenendo presente che la sanzione viene decisa dal presidente e dal direttivo (scelto dal presidente), il rischio potenziale è che i vertici in carica possano decidere di sanzionare un socio “oppositore” con velleità di candidatura ed escluderlo così dalla corsa elettorale.

Il fatto è che nel corso dell’estate a incappare in una sanzione disciplinare, esterna all’associazione però, è stato lo stesso presidente Giancarlo Ge. A sospendere l’allora presidente dello Yacht Club era stato il Tribunale federale della Federazione Italiana Vela che ha deferito Giancarlo Ge in quanto ritenuto responsabile di «comportamento contrario alle normative federali» e di un operato «gravemente negligente ed imperito» nonché «superficiale». Una vicenda nata in seguito a un esposto inoltrato da un socio, il campione di vela Roberto Spata, il cui suo nome era stato indicato quale tecnico referente di 8 corsi di scuola vela dello Yacht Club, mentre ormai da due anni lo stesso si era dimesso da quel ruolo.

A inizio settimana Giancarlo Ge ha formalizzato la propria candidatura per essere rieletto al vertice. Poi, probabilmente, i probiviri dell’associazione devono aver fatto notare al presidente uscente che la sua stessa norma lo rendevano incandidabile. E così, dopo vent’anni di regno incontrastato, Ge ha dovuto ritirare la propria candidatura.

Candidato unico alla presidenza è invece l’imprenditore Silvio Santambrogio, già presidente di Amici di Como. Una decina i candidati consiglieri, tra loro il direttore sportivo della motonautica Achille Sauchelli, presenza fissa e storica al club. Per il collegio dei probiviri i candidati sono il delegato Coni Domenico Niki D’Angelo e il commercialista Francesco Nessi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA