Cronaca / Como città
Sabato 28 Dicembre 2024
Yacht Club, i soci storici: «Più sport e meno attività commerciale»
Il caso Vertice tra alcuni iscritti al sodalizio: «Sulla gestione carburante abbiamo sbagliato». Entro la fine di gennaio nuove elezioni
Nel salone dello Yacht Club, illuminato dal sole quasi primaverile di questi giorni di cieli azzurri e temperature miti, le foto in bianconero sono echi di storia e di tradizione. Come quella scattata nel 1932: si vedono operai al lavoro in un viale Puecher ancora da realizzare, impegnati nella costruzione della sede dell’associazione. «Lo Yacht Club è un’istituzione di questa città - spiega Giacchino Favara, socio storico del sodalizio - E sarebbe davvero un delitto se qualche scelta sbagliata ne rovinasse la reputazione o, peggio, il futuro». Ed è anche per questo che, nei giorni scorsi, diversi soci di vecchia data dell’associazione sportiva che riunisce vela e motonautica si sono incontrati per dire: è ora di cambiare. Tra loro lo stesso Favara (dato come possibile candidato alla presidenza) o il campione di vela Vito Moschioni, per «far tornare la vela protagonista nel primo bacino».
Le ultime tensioni
Dopo quasi vent’anni di presidenza monocolore targata Giancarlo Ge, lo scorso settembre lo Yacht Club aveva voltato pagina scegliendo Silvio Santambrogio. Ma la sua presidenza è durata poco, per via delle dimissioni della maggioranza del consiglio direttivo. Segno di una transizione tutt’altro che indolore. Il motivo? La gestione dei conti e delle priorità economiche dell’associazione, soprattutto negli ultimi due anni. Dove l’attività commerciale ha letteralmente surclassato quella sportiva. Colpa, in particolare, al servizio di distribuzione carburante non solo per i soci e le imbarcazioni istituzionali, ma soprattutto per i taxi boat che sono moltiplicati sul Lario.
Un errore
«Si, aver preso in gestione quel servizio è stato un errore clamoroso» commenta Favara, che per anni ha collaborato a stretto contatto con l’ex presidente Ge soprattutto nell’amministrazione del sodalizio. «Sia ben chiaro: quello che offriamo è un servizio che non esiste su questo ramo del lago - continua - Il Covid ha portato alla chiusura dei pochi punti di distribuzione che c’erano e quindi siamo diventati un riferimento per i diportisti. Ma effettivamente a fronte di un giro di soldi così elevato dovevamo decidere di esternalizzare il servizio».
Proprio di questo hanno discusso alcuni dei soci di più vecchia data, che si sono riuniti con uno scopo preciso: «Decidere da dove ripartire». Anche alla luce dell’inchiesta giornalistica de La Provincia sui conti dello Yacht Club.
«In attesa del nuovo consiglio direttivo - prosegue Favara - abbiamo tracciato la strada da percorrere: esternalizzare il servizio carburante a una società, che verserà un contributo all’associazione, e potenziare l’attività sportiva al posto di quella commerciale. Che poi era anche l’indirizzo dato dall’ex presidente Santambrogio».
Ma l’idea è anche far pace con questi ultimi due anni particolarmente turbolenti: «Innanzitutto riabilitiamo l’immagine di Ge, che per lo Yacht Club ha fatto più di chiunque. Non giudichiamolo solo per le ultime decisione. Ma recuperiamo anche quelle figure, come ad esempio un campione della vela come Giovanni Puntello autore di diversi esposti contro il club, perché l’importante è ritornare a far vivere lo spirito vero di questa associazione».
© RIPRODUZIONE RISERVATA