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Mercoledì 12 Marzo 2025
Celebrare l’istante per essere migliori
“Shun. L’arte giapponese di vivere ogni cosa”è l’ultimo lavoro dell’esperta sul tema Natalie Lion. Un viaggio intimo attraverso uno degli aspetti più originali della tradizione nipponica: il senso delle stagioni
È possibile trovare un punto d’incontro tra la frenetica quotidianità e il placido battito della natura per scoprire nuove consapevolezze e per arricchire la nostra esistenza? Natalie Leon, autrice di “Shun. L’arte giapponese di vivere ogni cosa” (Salani), ha tracciato una via di mediazione ispirandosi alla cultura delle stagioni giapponese, secondo la quale ogni aspetto della vita quotidiana può essere ricondotto al fluire del tempo che esprime, proprio nel susseguirsi delle stagioni, ispirazione e pacificazione.
L’autrice, pur partendo dalla cultura nipponica, fornisce idee e suggerimenti utili in qualsiasi situazione o luogo ci si trovi: il suo viaggio spazia dalla consapevolezza delle stagioni fino al cibo, dai modi di vivere e viaggiare più sostenibili ai miti giapponesi, passando per l’abbigliamento, le arti floreali e per molti altri aspetti della tradizione del Paese del Sol Levante. Leon è riuscita in questa immersione profonda grazie a esperienze semplici, quanto uniche: per esempio, ha attraversato antiche foreste, ha visitato templi scintoisti sotto una pioggia di delicati petali, ha raccolto erbe spontanee di montagna, ha dormito in un monastero buddhista sul Kōyasan, ha inseguito fiumi di foglie autunnali, ho raccolto e gustato lo yuzu, un fragrante agrume tipico giapponese, e ha persino vissuto un forte terremoto.
Il presupposto che caratterizza il suo itinerario reale e immaginifico è che gli esseri umani soffrono se sono disconnessi dalla natura: la visione di un tramonto, la vicinanza di un animale domestico, l’amorevole cura di piante o orti possono fare la differenza perché generano grande piacere e benessere, come spiega la biofilia.
Umanità e natura
Anche il pensiero giapponese sottolinea la stretta relazione tra umanità e natura attraverso il termine “shizen”, riferito non solo al pianeta terra, ma all’intero cosmo, a sottolineare che esseri umani, cielo e terra sono tutti interconnessi. Per questa ragione, l’avvicendarsi delle stagioni e l’alternarsi delle fasi lunari sono onorati con speciali riti che celebrano questo legame.
E allora, chiusi negli appartamenti cittadini, perché non prendere ispirazione da un paese fortemente ancorato alle sue antiche tradizioni per creare piccoli rituali domestici? Per esempio, è possibile dedicare una mensola o un tavolino all’esposizione di ciò che è tipico di ogni stagione, come freschi rami fioriti in primavera, oppure foglie vibranti di colori autunnali, ma anche ciottoli, muschi, bacche o pigne.
Rituali
I rituali, ripetuti anno dopo anno, sviluppano la sensibilità verso le stagioni e instaurano una relazione speciale con ciò che ci circonda, attribuendo il giusto valore a ciò che spesso viene considerato scontato. Simboli, colori, suoni, sapori, tutto contribuisce a dare spessore al susseguirsi stagionale e a trasformare l’ordinaria quotidianità in un’esperienza unica.
Il cibo, per esempio, si presta a esaltare poeticamente ogni periodo dell’anno e i singoli ingredienti possono conferire un gusto speciale alle pietanze, come i doni dell’amato ciliegio: le giovani foglioline appena spuntate vengono marinate, macinate e inserite nei dolciumi primaverili, mentre i fiori sotto sale – la ricetta è dettagliatamente descritta - possono essere utilizzati per deliziosi biscottini, per le madeleines o per un particolare tipo di sushi. Per procurarsi i delicati ingredienti, l’autrice suggerisce di organizzare un incontro con i ciliegi in fioritura, ormai presenti in ogni città, portando con sé una coperta da picnic, un cestino completo di pietanze di stagione, del tè profumato e il desiderio di osservare e assorbire la bellezza di questi maestri di eleganza e di impermanenza.
Tuttavia, anche se la primavera ben rappresenta l’amore per la stagionalità secondo lo spirito nipponico, l’autrice offre ricette e suggerimenti di stile, come l’attenzione all’impiattamento, ai colori delle ceramiche, ai tessuti e ai cestini artigianali, per celebrare quotidianamente anche le altre tre, contribuendo a concepire il cibo come una forma d’arte edibile. Anche l’abbigliamento, un altro aspetto imprescindibile della nostra vita, può considerarsi un efficace testimone del trascorrere delle stagioni. In questo ambito, la tradizione giapponese è maestra: basti pensare alle antiche nobildonne che indossavano letteralmente le stagioni attraverso kimono policromi, simbolici e evocativi. Prescindendo dalle diverse tipologie, il kimono rappresenta un vero esempio di sostenibilità fin dalla sua origine. Ricavato da un rotolo di tessuto tagliato in otto pezzi, le sue linee squadrate lo rendono facile da scucire, pulire, ricucire e tingere, partendo dai colori più delicati, tipici delle giovani donne, a quelli più scuri, adatti alle donne mature. Fino a qualche decennio fa, una volta che i kimono vecchi e sfruttati non potevano essere più utilizzati come capi di abbigliamento venivano trasformati, da maestri artigiani specializzati proprio in quest’arte, in eleganti ornamenti per capelli, mentre la seta restante veniva destinata alle tradizionali e variopinte sfere di tessuto chiamate “temari”.
Grazie al rispetto e alla cura, il kimono, capo raffinato e senza tempo, diviene un esempio di recupero, di essenzialità e di eleganza che può ispirare scelte meno compulsive, consumistiche, qualitativamente e eticamente discutibili e, soprattutto, effimere.
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