Emma Tricca: il talento capace di spiazzare

Milano Questa sera al Germi la musicista “anglo-comasca”. Autrice preziosa e originale

È una carriera brillante e unica quella di Emma Tricca, in questo momento una delle artiste italiane più rispettate nel mondo, di scena oggi, mercoledì 24 aprile, alle 21 a Milano, nella “casa di Manuel Agnelli”, Germi, in via Simonetta 14/A.

Basta leggere i consensi che hanno accompagnato la pubblicazione di “Aspirin sun”, il suo nuovo album che prosegue nel solco di un cammino musicale coerente, che non ha paura di rompere quelli che si potrebbero considerare degli schemi intoccabili per la cantautrice romana, con un passato comasco (ribadiamolo, orgogliosamente qui), da tempo di stanza a Londra, ma cittadina del mondo sonoro, dove nomi come Steve Shelley (Sonic Youth) e Jason Victor (Dream Syndicate) sono lieti di collaborare con lei, come era già accaduto nel precedente “St. Peter”.

Chi ha ascoltato le sue prime cose, si è trovato al cospetto di una folksinger che riprendeva la lezione dei primi anni Sessanta, quella che noi oggi sogniamo come un’epoca d’oro della canzone d’autore, quando in ogni locale del Greenwich Village potevi incontrare un talento armato solo della propria chitarra e di un pugno di brani.

L’ispirazione

Sicuramente quella è stata l’ispirazione iniziale e non a caso il primo palco importante è stato quello romano del Folkclub. Ma Emma si è dimostrata anima musicalmente sempre in crescita e desiderosa di ampliare le proprie vedute. Arrivata in Inghilterra, si è segnalata esibendosi nei club di Oxford, prima, e di Londra poi. L’amore per Dylan e per la scena del Village l’hanno spinta a New York per un vero e proprio pellegrinaggio artistico.

Se tra i suoi primi “sponsor” troviamo il grande chitarrista John Renbourn, l’eccentrico del folk britannico per eccellenza Roy Harper e una cantante straordinaria e influente come Odetta, sono stati il discografico Andy Votel e la sua compagna, Jane Weaver, a presentarla a Jarvis Cocker dei Pulp che ha dato a Emma l’occasione di esibirsi al Meltdown Festival. Un’occasione che si è concretizzata nel primo album, “Minor white”, accolto con grande favore di critica e pubblico. “Relic” ha alzato l’asticella: di lei si parla come una nuova, credibile, “regina del folk” che scrive e canta come se il tempo si fosse fermato a quel periodo, a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta, in cui con una chitarra, una bella voce e una manciata di buone canzoni si poteva far sognare un pubblico romantico e appassionato.

“St. Peter”

Ma con “St. Peter” ha rimescolato le carte in tavola, sbarazzandosi di tutti i cliché, senza tradire nulla di quanto fatto prima. L’atmosfera è quella che si respirava in capolavori come “Sessions” di Fred Neil, “Suite for Susan Moore” di Tim Hardin o “Blue afternoon” di Tim Buckley. Un percorso che ha portato all’ultimo disco, “Aspirin sun”, sicuramente la sua opera più ambiziosa.

È sempre un piacere ritrovarla in Italia (negli ultimi anni è tornata aprendo per artisti del calibro di Nick Mason dei Pink Floyd) e l’atmosfera raccolta di Germi è ideale per ascoltarla al meglio. Ingresso a 10 euro riservato ai tesserati Acsi (è possibile richiedere la tessera qui: www.germildc.it/tesseramento/).

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