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Cultura e Spettacoli / Como cintura
Domenica 09 Febbraio 2025
fuga nel paese fantasma
Nei “Figli di Annibale” scene a Como Lago, in piazza Cavour e a Consonno
TITOLO: Figli di Annibale
REGISTA: Davide Ferrario
PRODUZIONE: Italia
ANNO: 1998
GENERE: commedia
DURATA: 92’
CAST: Diego Abatantuono, Silvio Orlando, Valentina Cervi e Flavio Insinna
Trama
Domenico (Silvio Orlando) è un disoccupato che vive a Torino. Disperato, si reca a Como per rapinare una banca, in compagnia di un gatto, nella gabbietta del quale ha nascosto la pistola. Quando la rapina sembra mettersi male, a causa di una addetta alla security più lesta si lui nell’uso delle armi, Domenico colto dal panico prende in ostaggio un cliente, l’imprenditore Tommaso (Diego Abatantuono). Ma Tommaso non fa nulla per sottrarsi al rapinatore, anzi ne diventa prima complice e poi addirittura mentore. Anche lui, infatti, vuole scappare, dai debiti e da una moglie che non sopporta, e coglie il sequestro come l’occasione per mettere in scena la sua scomparsa. Domenico vorrebbe fuggire in Svizzera, ma Tommaso lo convince ad andare al Sud, verso l’Africa. Così la pellicola si trasforma in un film di viaggio e liberazione, anche dalle convenzioni e dagli stereotipi. Ai due protagonisti principali si aggiungono il compagno di Tommaso, il carabiniere Orfeo (Flavio Insinna), e anche la figlia dell’imprenditore, Rita (Valentina Cervi). Un film che ricorda Salvatores, soprattutto per il tema, e di cui Abatantuono è anche cosceneggiatore.
Location
Il film comincia a Torino, dove vive Domenico, ma si sposta quasi subito sul Lario, per una quindicina di minuti piuttosto interessanti sotto il profilo delle location. Silvio Orlando arriva a Como alla stazione Lago delle Nord, ascoltando Radio Alto Lario (emittente realmente esistita al tempo delle radio libere) che annuncia: «Buongiorno sono le 10,25 a Radio Alto Lario. Non ve la siete passata bene negli ultimi tempi, ma il sole sorge sempre sul nuovo giorno. Sarà una splendida settimana per tutti voi, specialmente per il Sagittario ascendente acquario». Si aggira nel centro storico con la gabbietta del gatto sempre in mano e si ferma in piazza Perretta a scrutare le banche che la circondano: la Banca d’Italia, il Credito Italiano e il Banco di Roma, tutte presidiate da addetti alla sicurezza che lo inducono a cercare altri obiettivi. Si sposta, quindi, in piazza Cavour dove mette rocambolescamente a segno la rapina al Banco Brianzolo, che nella realtà è la Bnl (ora Bnp Paribas), cui è stata sostituita l’insegna. Rapinatore e ostaggio fuggono sulla Volvo di quest’ultimo parcheggiata(in Ztl) davanti alla banca e fuggono lungo la via per Cernobbio diretti verso la frontiera tra Maslianico e Vacallo. Si fermano a poche decine di metri dal valico di Pizzamiglio, che si vede sullo sfondo, dove Tommaso prende in mano la situazione, e la pistola di Domenico, per invertire la rotta e andare a Sud. La prima tappa del loro viaggio è Consonno, paese fantasma della Brianza lecchese, che avrebbe dovuto essere una Las Vegas lombarda e invece si ridusse alla colossale brutalizzazione di un borgo storico.
Curiosità
Diego Abatantuono veste nella finzione i panni che erano stati di Mario Bagno, l’imprenditore che nel 1962 comprò l’intero paese (fino al 1928 era stato un comune autonomo e ora è frazione di Olginate) approfittando del fatto che fosse una proprietà unica fin dai tempi dei Visconti, di cui rimane lo stemma sulla sola cascina sopravvissuta, accanto alla chiesa. Con promesse di lavoro e divertimento per tutti ottenne la possibilità di costruire una strada nuova, prima per le ruspe e poi per i futuri clienti del suo “paese dei balocchi”, di distruggere tutte le case e di dare corpo alle sue fantasie. Ferrario mostra alcune strutture chiave del progetto: il minareto, il suk dei negozi, la balera e il “pavesino” (una sorta di stazione di servizio) lungo la via di accesso. Abatantuono rivendica il tutto come avrebbe fatto lo stesso Bagno, ricordando a uno scettico Orlando che ai tempi d’oro lì cantava Patty Pravo. Nella realtà vi suonarono Milva e Johnny Dorelli,finché con il crollo della strada di accesso principale nel ’76 iniziò il declino. Per vedere la vera storia della “Las Vegas della Brianza”, cercate il documentario “Insonne Consonno” girato dalla tv Svizzera nel 2004.
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