Harari, l’uomo delle fotografie rock: una notte per scoprire i suoi segreti

L’incontro Sarà protagonista domani sera al Nerolidio di Como della rassegna “Strade blu”. Infinito l’elenco delle sue collaborazioni: tra i nomi illustri quelli di Bob Dylan e Frank Zappa

È Guido Harari, l’inventore della “fotografia rock” in Italia, il protagonista del secondo appuntamento della rassegna culturale “Strade blu”, ideata e condotta dal giornalista Maurizio Pratelli con Luca Castelli di Nerolidio Planet Music.

Domani sera alle 21 nella sala di via Sant’Abbondio 7, a Como, l’artista si racconterà proponendo una selezione dei suoi scatti più celebri e iconici, raccolti, assieme agli altri che costituivano la corposa mostra retrospettiva della carriera partita da Ancona due anni fa, raccolti nell’imponente volume “Remain in light”, autentica summa di mezzo secolo di musica e non solo.

Certo, il rock ha giocato una parte importante nella vita di un ragazzo che si appassionava ai nuovi suoni che arrivavano dagli Usa e dal Regno Unito.

Anni Settanta

All’inizio degli anni Settanta, quando nasce il primo giornalismo musicale “serio” nostrano (quello che puntava a raccontare i dischi e i musicisti al di là del gossip e delle storie d’amore vere o presunte, intendendo i cantanti e i “complessi” un po’ come dei fenomeni da baraccone da guardare con un certo sussiego se non con malcelatissimo disprezzo), oltre a scrivere e a intervistare, si ritrova anche a scattare le foto, così, senza una scuola, senza una nozione.

Talento naturale

Ma il suo è un talento naturale e, ben presto, oltre a proporre i risultati del suo lavoro ai magazine dell’epoca, si ritrova a lavorare direttamente con i musicisti e con le case discografiche. Il primo riscontro si concretizza con un servizio attorno a un album leggendario del prog italiano, “Aria”, esordio etereo e psichedelico di un Alan Sorrenti irriconoscibile per chi lo ha conosciuto solo anni dopo con “Figli delle stelle”.

Non ci volle molto perché fosse Harari stesso a firmare la sua prima copertina (“Mass media stars” degli Acqua Fragile). Nel tempo ha sviluppato sodalizi con nomi come importanti e distanti Gianna Nannini, Klaus Schulze, Fabrizio De André, Lou Reed, Claudio Baglioni, l’elenco è lunghissimo. Basti dire che due icone assolutamente esigenti come Bob Dylan e Frank Zappa hanno utilizzato dei suoi frame, rispettivamente per “Real live” e “Strictly genteel”.

Con il tempo, Harari ha ampliato i suoi interessi, lavorando anche per la pubblicità, realizzando fotoritratti per figure anche molto distanti dal mondo rock che lo ha reso celebre e apprezzato, si è dedicato all’editoria e ad Alba, dove vive, ha dato vita alla Wall of sound gallery. Nell’ultima mostra ha anche allestito una “caverna magica”, un suggestivo set dove chiunque poteva realizzare una foro nello stile di questo maestro che a Como si racconterà, naturalmente sul filo delle note che hanno accompagnato la sua avventura. In apertura anche le esibizioni di giovani talenti in erba: Giorgia Ragona, Michelangelo Canclini e Mattia Cifani. Per la parte enologica, il vino di Andrea Pendin e non mancherà nemmeno la novità di questa edizione: l’apparato letterario messo a disposizione da Martina Fasola del Libraccio.

Ingresso e degustazione a 20 euro, prenotazioni allo 031/50.71.28.

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