Il violoncello suona al Sociale. C’è Sollima con i suoi “Sentieri”

Questa sera alle 20.30 il compositore in scena con Avi Avital. «Un repertorio che va dall’Africa ai Balcani, dagli aborigeni al Salento»

Giovanni Sollima è legato da un rapporto speciale con Como e con il Teatro Sociale. Violoncellista, compositore, innovatore, ha calcato spesso il palco di piazza Verdi e stasera alle 20.30 torna con “Sentieri”, un nuovo quartetto che lo vede spartire la scena con il mandolinista israeliano Avi Avital, la cantante Alessia Tondo e Giuseppe Copia, che alterna uno strumento antico come la tiorba alla chitarra.

«Voglia di esplorare»

Un ensemble atipico come atipica è la proposta musicale: «Certi progetti – racconta – nascono un po’ per caso. Con Avi avevo già collaborato, in duo, avevo scritto per lui. Ho conosciuto Alessia quando sono stato maestro concertatore della “Notte della Taranta’”... Ci unisce la voglia di esplorare un repertorio condiviso più vasto di quelli individuali, ricercando le nostre radici, perché apparteniamo tutti al Sud, al Mediterraneo. Poi c’è il rapporto tra la musica colta, in particolare quella antica, e quella popolare».

Una carriera, quella di Sollima, che lo ha sempre visto proiettato in avanti: violoncellista classico, ritiene angusta ogni definizione musicale e cerca di rendere sempre interessanti i suoi progetti.

«Da una parte c’è la ricerca, si potrebbe dire filologica: quando preparo un’esecuzione vado alla ricerca del manoscritto originale dell’autore, perché spesso siamo abituati a versioni che si sono stratificate successivamente, talvolta allontanandosi dalle intenzioni originali. Per la musica popolare, invece, non c’è un autore o, meglio, l’autore è la popolazione, che ha rielaborato elementi per generazioni».

Il repertorio di “Sentieri”, quindi, è quantomai eterogeneo: «Dal centro Africa ai Balcani, dagli aborigeni al Salento. C’è il barocco, quello di Alessandro e Domenico Scarlatti, ma anche di Dario Castello, compositore non così conosciuto, dalla scrittura teatralissima».

Anche una pagina personale, ed è davvero il caso di dirlo visto che a firmarla fu Eliodoro, suo padre: «È una tarantella che ha scritto quando era solo un ragazzo, e l’ha scritta in un rifugio antiaereo, durante la guerra. Ci si potrebbe aspettare un brano solenne e meditativo, ma lui, che non aveva a disposizione il pianoforte e aveva disegnato una tastiera, voleva un pezzo che fosse pieno di energia in un momento così spaventoso».

Esperienza autoriale

Non mancheranno anche brani dello stesso Sollima e, a questo proposito, impossibile non ricordare un’esperienza autoriale tra le più fortunate, quella dell’opera “Acquaprofonda”, nata proprio dal rapporto con Aslico. «Un lavoro pensato per i ragazzi con l’intento di raggiungere gli adulti – rivela – parlando di un tema importantissimo, l’ecologia, salvare il mondo dai nostri abusi. Un tema – anticipa – che tornerà in una nuova opera, “Piccolo orso e la montagna ghiacciata”, scritta sempre su libretto di Giancarlo De Cataldo, che debutterà a Como». Per quello di stasera i biglietti sono in vendita a 20 euro.

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