La raccolta di Viola Nocenzi subito esaurita: «Perché in italia c’è fame di poesia»

Il libro La cantante ha da poco pubblicato la prima silloge con prefazione di Bergonzoni - È diventata un piccolo caso letterario e Branduardi accompagna le letture con il violino

«Ho cominciato a scrivere poesie in un momento in cui non avevo a disposizione il mio pianoforte, quindi ho cominciato a scrivere parole come fossero note immaginandole all’interno di un pentagramma, quindi non obbligata dalla metrica, per esempio, che avrebbe il testo di una canzone, ma all’interno di uno spazio vuoto». È la genesi delle liriche che compongono “Poesie da parati”, esordio poetico di Viola Nocenzi.

Cantante, autrice, musicista, docente, figlia di Vittorio Nocenzi, fondatore e leader di una delle più importanti formazioni del rock nostrano – il Banco del Mutuo Soccorso – due anni fa aveva già pubblicato un libro scritto a quattro mani con il giornalista Leonardo Lodato, “Pensiero Viola”. Questa raccolta, edita da Pendragon, sta diventando un piccolo caso letterario: già in ristampa a pochi giorni dall’arrivo nelle librerie e negli store digitali.

«Questo dimostra che in Italia c’è fame di poesia – commenta l’autrice, da tempo legata a Como, dove sono nati questi versi – Ogni poesia parla di fatti e persone realmente esistenti nella mia vita così come di luoghi specifici, della mia casa e del quartiere nel quale mi trovavo quando scrivevo. Ti rendi conto che la gente vuole leggere cose vere e siccome non c’è niente di più vero della poesia, il libro è andato a ruba. Non ci aspettavamo questa grande richiesta: è un sold out al primo giorno d’uscita del libro. Quindi vivere l’emozione di una ristampa così ravvicinata rafforza l’idea, che dentro di me era già nata: al di là del luogo comune sociale che probabilmente ci intende o ci vuole omologati, comincia a nascere in molte persone l’esigenza dell’introspezione e di qualcosa d’altro, maggiormente legato all’individualità».

Riscontri positivi

Le prime poesie sono state selezionate da “la Repubblica” oltre che dal magazine “Prog Italia” che le ha riservato una rubrica. Sono, dice, «Qualcosa di molto lontano dalla scrittura di un testo di una canzone, ma molto più vicino alla composizione musicale». Lo stile è asciutto, scarno, immediato: «Ho voluto essere essenziale. La mia idea è stata quella di riempire tanto con poco. È stato un lavoro difficile: non volevo utilizzare perifrasi, punti, linee poetiche conosciute. Ho scoperto solo successivamente di appartenere, in qualche modo, alla categoria chiamata poesia contemporanea. Sono così anche con la mia passione per la filosofia, infatti mi piacciono gli scritti di Nietzsche, lapidari e sintetici, così come amo l’ermetismo». Immediati i primi riscontri: «All’inizio ho avuto feedback da parte di scrittori italiani importanti, che mi hanno incoraggiato a continuare fino ad arrivare a questa pubblicazione». L’introduzione è firmata da Alessandro Bergonzoni e tra gli estimatori si contano Eugenio Finardi, Giovanni Caccamo, Frida Bollani Magoni, Cosimo Damiano Damato e anche Angelo Branduardi che ha voluto regalare il suo violino a clip che accompagnano le letture. Tra i riconoscimenti più recenti, anche il Premio Donna Italiana 2024, assegnato dall’Associazione Comunicazione Globale che si occupa di iniziative destinate alla solidarietà e alla beneficenza, oltre alla sensibilizzazione verso la cultura a 360 gradi.

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