Lorenzo Marone: «Il mio pappagallo racconta la camorra»

Lorenzo Marone torna alla libreria Ubik di piazza San Fedele a Como per un nuovo appuntamento con “Storie in piazza”. Domani, mercoledì 29 maggio, alle 18 l’autore napoletano incontrerà il pubblico per presentare il suo nuovo racconto, “Pennablù. Piccola storia buffa” - edito nella collana “Zanzare” della casa editrice indipendente “100% Made in Scampia” Marotta&Cafiero.

Nel 2020 ha festeggiato i dieci anni di attività: nel 2010 Rosario Esposito La Rossa e Maddalena Stornaiuolo - allora diciannovenni - hanno ricevuto l’impresa dalla famiglia Marotta e portato la storica sede della casa editrice, fondata nel 1959, da Posillipo a Scampia. Oggi la Marotta&Cafiero si definisce “spacciatrice di libri” e pubblica storie dal sud del mondo su carta riciclata certificata con inchiostri non inquinanti e colle senza plastificanti, portando avanti con orgoglio il marchio di azienda “pizzo free”. Protagonista della storia raccontata da Lorenzo Marone è un pappagallo - Totò, un Ara giacinto - che vive nella casa di una famiglia di camorristi, i Paglietta, e dal suo osservatorio privilegiato - nell’ufficio del capofamiglia e boss Don Ciro - ascolta tutto e scopre man mano il mondo che lo circonda. Prima succube del carisma e delle premure di Don Ciro, che lo tratta quasi al pari - se non meglio - di moglie e figli - Totò si renderà conto della realtà delle cose, della vera natura del suo padrone e di quanto non sia libero e ulteriormente svantaggiato perché incapace di volare.

Quali sono le prime sensazioni e le prime risposte del pubblico a questo nuovo libro?

Siamo alla seconda ristampa e, per un editore di questo genere, è sicuramente una tiratura importante. Sono molto contento del risultato, anche perché da tempo avevo nel cassetto questo racconto e con la casa editrice eravamo in contatto per collaborare; la storia era perfetta per il genere di pubblicazioni che Marotta&Cafiero propone.

Qual è stata la suggestione iniziale che ha portato alla nascita di Pennablù e poi alla pubblicazione?

La storia è nata da tempo, da quando più o meno è iniziata la narrazione dei personaggi legati alla camorra per cui questi vengono considerati quasi come eroi o comunque dalla vita affascinante, non senza conseguenti danni. La mia idea era dunque di tornare ad una narrazione diversa - e a tratti contraria - anche con un fondo di ridicolizzazione proprio per rispondere a quell’immagine. Attraverso la voce di Totò e quello che vede e racconta lui dunque si propone un’immagine della camorra che viene in qualche modo riportata alla realtà.

Totò - pur non essendo particolarmente brillante o intelligente - segue un percorso, nel corso del racconto, e in qualche modo evolve e cambia, raggiungendo una certa consapevolezza rispetto alla reale vita della famiglia a cui si è affezionato.

L’intenzione era quella di raccontare il concetto di trasmissione del potere nella linea familiare - condotta tipica della camorra e della criminalità organizzata in generale - e del piacere che il potere può dare. Totò in qualche modo sente man mano di far parte della famiglia dei Paglietta e la cosa gli piace, come gli piace sentirsi importante. In seguito ad una serie di eventi in parte si ricrede e comprende la fine che fanno tutti i camorristi, ossia - citando Luciano De Crescenzo - una vita di m...

“Pennablù” è un racconto adatto a adulti e ragazzi, che possono interpretare diversamente la storia e la sua morale. Quali sono i diversi piani della narrazione?

Il racconto può essere letto su più livelli e da diversi punti di vista: oltre a quello che riguarda la camorra e i suoi aspetti specifici, si affronta anche la questione della libertà personale e della gabbia che ciascuno di noi spesso si costruisce o in cui si ripara. Ancora, Totò non è capace di volare e questo lo rende un uccello privo di una caratteristica che sembrerebbe essenziale.

L’evento è ad ingresso libero e senza prenotazione; in caso di maltempo si svolgerà all’interno della libreria.