Cultura e Spettacoli / Como città
Mercoledì 24 Gennaio 2024
Lorenzo Marone: «La mia storia d’amore in mezzo alla Storia»
Intervista Scrittore, presenta oggi alla libreria Ubik di Como il suo nuovo romanzo “Sono tornato per te”
Proseguono gli appuntamenti con autori e autrici alla libreria Ubik di piazza San Fedele a Como: stasera (mercoledì 24 gennaio) alle 18 sarà la volta di Lorenzo Marone, che presenterà il suo ultimo romanzo, “Sono tornato per te” (Einaudi). Una storia d’amore che attraversa gli anni e la Storia e vede protagonisti Cono Trezza e Serenella Pinto, che insieme affrontano difficoltà e drammi; al contempo vengono narrate le reali vicende dei ragazzi che, nei campi di concentramento, venivano utilizzati per incontri di pugilato al servizio del divertimento di kapò e guardie.
Un amore, quello tra Cono e Serenella, che va oltre la guerra e rimane intatto nonostante gli orrori che lo mettono alla prova e grazie alla forza di volontà di lui, che difende la propria vita facendo a pugni per tornare dalla donna che lo aspetta. La vicenda prende il via nel Vallo di Diano, tra Campania e Basilicata: lui contadino, lei figlia di un artigiano di idee socialiste, si innamorano da adolescenti e il loro sogno di sposarsi viene spezzato dai fascisti del paese e dalla partenza per il servizio militare e dalla deportazione di Cono. A tenerlo in vita saranno però la speranza di rivedere Serenella, l’aiuto di un compagno di prigionia dal cuore grande e la sua abilità nel tirare di boxe.
Pubblicato da alcuni mesi, il romanzo sta avendo riscontri molto positivi. Qual è la sua forza?
Sono molto contento perché il libro sta piacendo molto; la storia è quasi divisa in due: con la prima parte che vede l’amore tra Cono e Serenella nascere tra loro ragazzini e la seconda che vede l’arrivo del dramma e il racconto della storia - vera - del pugilato che nei campi veniva utilizzato dalle guardie naziste come divertimento e per le scommesse. Una storia, questa, che io ho conosciuto anni fa tramite un documentario Rai e che nessuno aveva ancora raccontato in un romanzo. La mia idea iniziale però era quella di raccontare una storia romantica: lo volevo fare da tempo e nei precedenti libri era più spesso un amore disilluso, quello narrato. Mi sono dunque voluto rifare alla storia dei miei nonni, ai loro racconti su come era nato e come la guerra avesse ostacolato il loro amore - decisamente molto diverso da quello che le generazioni successive hanno vissuto e vivono.
Il legame personale emerge anche nella scelta dei luoghi e nell’ambientazione nel Vallo di Diano, è così?
Il Vallo è un luogo che io ho frequentato molto e che sento mio, perché lì ha vissuto un’amica di mia nonna e quando ero piccolo ascoltavo i racconti di questa storia d’amore tra due ragazzi di umili origini, in quella realtà - che in parte io stesso ho assorbito - dove la vita era là più lenta, più attenta al ciclo vitale della natura e all’altro - in contrapposizione al mondo di oggi. Il messaggio che emerge dal racconto di una storia come quella di Cono e Serenella diventa poi molto attuale e non solo per i riferimenti alla guerra, ma perché prova a mostrare la voglia di confrontarsi, di fare comunità contro la situazione odierna, di solitudine totale e totale distacco tra generazioni, che non si comprendono. Paradossalmente, le nostre generazioni - io compirò il prossimo anno cinquant’anni - sono più vicine a quelle precedenti, nonostante un più ampio divario in termini di anni, rispetto a quanto lo siano alle nuove, per via del progresso tecnologico che ha ampliato molto il divario. Affronto questo aspetto anche nel nuovo lavoro - “Monologo semiserio di un cinquantenne impreparato”.
La seconda parte della storia prende spunto dalle reali testimonianze di sopravvissuti. Qual è stato il lavoro di ricerca?
Nel romanzo c’è un passaggio temporale dopo il quale si racconta la deportazione di Cono, che finisce per essere coinvolto negli incontri notturni su ring improvvisati per incontri su cui kapò e SS scommettevano. La storia è ovviamente romanzata, ma parte da aneddoti veri. Dopo la visione del documentario ho cercato testimonianze e interviste e ho ricavato le parti sulle quali ricostruire personaggi e vicende. “Sono tornato per te” resta però un romanzo sulla potenza dell’amore, sui ricordi, sulle radici, sull’essere umano e sulla bellezza.
Evento ad ingresso libero, prenotazioni al numero 031273554.
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