Mario Martone: «Il mio “Così fan tutte” nato da uno spavento»

Intervista L’allestimento dell’opera di Mozart pensato dal regista napoletano approda al Teatro Sociale di Como

L’ineffabile grazia della musica di Mozart sarà protagonista, stasera (venerdì 13 dicembre) alle 20 e domenica, alle 15.30, al Teatro Sociale di Como. Si annuncia molto speciale il quarto appuntamento con l’opera, nella sala comasca. Va in scena infatti “Così fan tutte, ossia la scuola degli amanti”, terzo capitolo della Trilogia Mozart – Da Ponte, che, negli anni, il circuito Opera Lombardia ha presentato nelle sale storiche di riferimento.

Tutti spettacoli importanti, accomunati dalla regia sempre intelligente e raffinata di Mario Martone. Anche in questo caso, il celebre regista partenopeo, che oltre al grande successo ottenuto al cinema, ha mostrato una vera vocazione al melodramma, lascia il proprio segno. Anzi, con questa regia, pensata nel ’99, per il San Carlo di Napoli, Martone esordì (felicemente) nel modo dell’opera.

I biglietti per stasera costano da 60 a 17 euro più prevendita, mentre per la replica domenicale il costo è da 55 a 16 euro più prevendita. Informazioni: www.teatrosocialecomo.it e 031/270170.

Maestro Martone, proprio “Così fan tutte”, nel ‘99, segnò il suo debutto operistico. Come andò?

Sono già passati venticinque anni! L’idea è sconcertante (ride)! Ricordo che quella regia nacque da uno spavento. Mi veniva proposto di mettere in scena l’opera in un teatro molto grande e questo mi poneva il problema di come gestire lo spazio in modo adeguato. Da questa difficoltà nacque l’idea di costruire una pedana aggettante frontalmente alla platea, più altre due pedane sempre sporgenti ai lati, sui bordi dell’orchestra. Fu una soluzione interessante che avrei poi utilizzato anche in altre regie. Anche il pubblico del Sociale ritroverà questi elementi aggiuntivi.

A quale necessità rispondono?

Ne viene esaltata la teatralità, componente importante dello spettacolo. L’azione si avvicina al pubblico che può apprezzare maggiormente le espressioni, la gestualità e il canto. Ricordo che Claudio Abbado apprezzò moltissimo.

L’allestimento (che viene ripreso da Raffaele Di Florio), è famoso per un certo minimalismo. Perché questa scelta?

Per tutti gli spettacoli della Trilogia (Le Nozze di Figaro, Don Giovanni e Così fan tutte ndr), ho sempre pensato che la sovrabbondanza e l’ingombro scenografico non siano d’aiuto. La meravigliosa musica mozartiana deve fluire e gli stessi cantanti devono vivere lo svolgimento della storia. Per questo, gli arredi scenici sono sobri: due letti, uno specchio, poche sedie. Ricordo che le scene sono di Sergio Tramonti, i costumi di Vera Marzot (ripresi da Rossana Gea Cavallo) e le luci di Pasquale Mari (riprese da Gianni Bertoli).

E per quanto riguarda la recitazione dei cantanti?

Anche in questo caso, ho scelto di chiedere al cast una recitazione naturale che lasciasse spazio alle esperienze emotive. Quando si mette in scena un’opera di Mozart, bisogna ricordare che questo geniale compositore teneva moltissimo alla dimensione teatrale delle proprie opere. L’idea che il suo melodramma potesse essere solo ascoltato non lo sfiorava minimamente. Credo dunque che si debba lavorare molto per cucire su misura ogni ruolo sull’interprete. Per esempio, il ruolo di Don Alfonso è stato interpretato da cantanti sempre diversissimi per indole ed età, da Alessandro Corbelli ad Andrea Concetti. Eppure, ognuno di loro ha costruito il ruolo in base alla propria specifica personalità.

Una bella sfida…

Sì, ma anche ciò che rende vivo il testo e questo è importantissimo, soprattutto per storie come quelle messe in musica da Mozart, che parlano di noi, della vita umana, senza tempo.

Dopo quel debutto, la sua esperienza operistica è diventata una solida componente della sua arte. Cosa le piace del melodramma?

Amo la libertà dell’opera. Può sembrare paradossale, ma il fatto che lo spettacolo sia composto da parole e musica apre grandissime possibilità creative. Ogni volta è una grande avventura.

E il suo viaggio nella lirica continua…

Sì. In particolare, a febbraio, andrà in scena, al Teatro alla Scala di Milano, “Eugenio Onegin” di Čajkovskij.

Informazioni

Questa messa in scena di “Così fan tutte”, in cartellone stasera alle 20 al Teatro Sociale, conclude la trilogia dapontiana nell’allestimento del regista Mario Martone.

L’orchestra de I Pomeriggi musicali di Milano sarà diretta da Francesco Pasqualetti che sostituisce Federico Maria Sardelli, fermato da un’indisposizione.

Protagoniste saranno le voci vincitrici dell’ultimo Concorso Aslico: Mara Gaudenzi (Dorabella), Katarina Radovanovic (Fiordiligi), Davide Peroni (Guglielmo), Matteo Torcaso (don Alfonso), Pietro Adaíni (Ferrando) e Cristin Arsenova (Despina). Per la prima di stasera sono disponibili gli ultimissimi posti di galleria a 30 euro (IV galleria, parapetto), 27 euro (V galleria, parapetto), 20 euro (IV galleria, ranghi), 17 euro (V galleria, ranghi) e 15 euro (in teatro).

I biglietti per la replica di domenica alle 15.30 costano 55 euro (palchi), 26 euro (IV galleria, parapetto), 24 euro (V galleria, parapetto), 16 euro (IV galleria, ranghi), 17 euro (V galleria, ranghi) e 15 euro (in teatro). Biglietti di platea esauriti.

Infoline chiamando lo 031/27.01.70 dalle 14.30 alle 16. Acquisti on line sul sito teatrosocialecomo.it.

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