Nerolidio, un amico sul palco: Andy White e il giardino di note

Live Il cantautore irlandese ospite di prestigio domani sera in città. Un pugno di brani dedicati al nostro pianeta e alle sue tante fragilità

È nato a Belfast, ha girato tutta l’Europa e poi il mondo e oggi vive a Melbourne, dove insegna, e dove sono nati i suoi ultimi dischi, ma ha da sempre l’Italia nel cuore e quando c’è un’occasione per suonare nel nostro Paese non se la lascia sfuggire (anche perché «L’Irlanda è un’Italia senza sole», come ha detto a Red Ronnie in un’intervista di qualche anno fa).

Andy White torna a Como domani sera (giovedì 21 dicembre) alle 21 sul palco di Nerolidio Music Factory, in via Sant’Abbondio 7. Presenterà alcuni brani di una carriera lunga, iniziata, discograficamente, nel 1986 con “Rave on Andy White”, recentemente ristampato, mentre le opere più recenti sono “This garden is only temporary” e “At”, quest’ultimo realizzato con l’amico di lunga data Tim Finn, un’istituzione in Australia, ma non solo, grazie alla militanza in due cult band come Split Enz e Crowded House.

Alle porte

E alle porte c’è già un nuovo lavoro, che sarà molto particolare: “The revolution starts here” lo vedrà impegnato più come poeta che come cantautore. «Durante il lockdown sono tornato a leggere poesie e suonare il basso - dice – camminando ogni giorno improvvisando nella mia testa. Prima di scrivere canzoni, leggevo poesie con il ritmo di una drum machine e da lì è iniziato questo album».

Questo è il futuro. Nell’attualità ci dice che “Questo giardino è solo temporaneo”. Questo giardino, fragile e bisognoso di cure come tutti i giardini, può essere il nostro pianeta, ma anche il nostro corpo. Il disco racconta «Le avventure di qualcuno che arriva in una terra piena di possibilità. Ho scritto questo album in Australia e tutto ha poi preso il via quando ha incontrato il produttore di Los Angeles Steve Dierkens durante un tour in Canada. Le canzoni dell’album sono state registrate a Calgary, Melbourne e Belfast».

Un disco “del mondo”, insomma. “Arrivare. Incontrare. Cercare di capire dove sia casa. Partire e ricordare. Piccoli movimenti che facciamo su un pianeta che gira intorno al sole. Questo giardino è solo temporaneo”. Si parte da “Another sunny day” - un altro giorno di sole “Vestito di bianco, quando tutta la città è vestita di nero, il giardino dell’Eden è aperto e San Pietro indossa una maschera: tutto è possibile” - e si termina con il saluto di “Goodbye my friend”, «Allarmi, orologi, campane e notifiche: uno continua a salutare mentre l’altro sparisce».

L’incrocio

Nel mezzo ci sono brani come “Tell it how you feel”, che l’autore descrive come un incrocio tra Chuck Berry e “Sweet Jane” dei Velvet Underground, “I miss you” e la Madeleine proustiana di “Take me back home” («Il profumo delle crêpe francesi può portarti nel luogo in cui desideri essere»).

«È sempre bello ritornare a Como – conclude – ricordo dei bei concerti in locali che, purtroppo, ho scoperto che non esistono più, come l’Ultimo Caffè o All’unaetrentacinquecirca di Cantù. Ma sono felice che ci siano ancora luoghi come Nerolidio dove è possibile suonare e cantare per un pubblico di amici». Ingresso a 15 euro, per prenotazioni telefonare allo 031/50.71.28.

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