Cultura e Spettacoli
Martedì 12 Novembre 2024
Niki de Saint Phalle: l’arte che danza e si sente libera
Al Mudec la mostra della creativa francese. Un’opera gioiosa che parla di libertà e diritti sfidando gli stereotipi di genere attraverso la scultura
Poetica, gioiosa ed esplosiva conosciuta per le sue sculture imponenti e colorate Niki de Saint Phalle si è sempre definita “donna e artista”; pittrice, scultrice, autrice di film sperimentali, performer, è impossibile da definire, si può solo amare.
Al Mudec di Milano la prima retrospettiva italiana a lei dedicata. “Niki de Saint Phalle” a cura di Lucia Pesapane, in collaborazione con Niki Charitable Art Foundation, fino al 16 febbraio 2025 (catalogo 24 Ore Cultura). Le sue opere monumentali, tra cui parchi fra cui “Jardin des Tarots” realizzato a Capalbio in Toscana, sculture pubbliche, si intrecciano con una riflessione più personale e, a volte, struggente.
Da un lato, è vista come una celebrità indipendente e orgogliosa della sua arte; dall’altro, la sua fragilità fisica e le numerose disuguaglianze e discriminazioni sociali a cui ha assistito nel corso della vita ne fanno emergere la sua umanità e sensibilità nei confronti dei più deboli.
Parigi e New York
Niki de Saint Phalle (Neuilly-surSeine, 1930, La Jolla, 2002) cresce fra la Francia e New York; agli inizi degli anni Sessanta frequenta gli artisti più rappresentativi del movimento del Nouveau Réalisme e diventa l’unica donna artista di questo movimento; inoltre collabora a diverse creazione dello scultore Jean Tinguely, suo marito, con lui realizzerà la celeberrima Fontaine Stravinskij nei pressi del Centre Pompidou di Parigi.
Con la sua arte, i suoi colori Niki de Saint Phalle attraversa un’epoca di grandi cambiamenti sociali e artistici: le contestazioni e le lotte del 1968, il movimento femminista degli anni Settanta; carismatica e rivoluzionaria diventa una delle artiste che maggiormente ha sfidato gli stereotipi di genere attraverso l’arte, esprimendo la propria identità attraverso la femminilità, la sensualità e l’amore per la vita come creazione assoluta.
«Niki de Saint Phalle è oggi considerata come una delle artiste più importanti del XX secolo» racconta la curatrice della mostra Lucia Pesapane «Ha saputo, come pochi artisti, utilizzare lo schermo e i media per promuovere la sua arte e il suo impegno sociale nei confronti delle minorità e dei più fragili, malati, bambini e animali. Questa responsabilità si è tradotta in un’arte gioiosa, inclusiva, in grado di veicolare attraverso opere comprensibili e amate da tutte le generazioni un discorso attento alle diversità, non-eurocentrico e non-gerarchico. L’artista fa breccia perché la sua opera parla di libertà e di diritti e ci dimostra che ribellarsi è sano, necessario, indispensabile. La sua arte ci offre un rimedio possibile contro l’ingiustizia, un conforto, è un accesso alla bellezza».
Outsider
Niki De Saint Phalle proveniva da un’antica aristocratica famiglia francese che le lascia segni indelebili, una famiglia di abusi nascosti, lei la contesterà con forza durante l’intero percorso artistico. In mostra il cortometraggio realizzato dopo la morte del padre, un atto d’accusa. A vent’anni, dopo un esaurimento nervoso, dà vita alle sue prime creazioni, è l’inizio di una lunga carriera in cui sarà sempre considerata, sia dalla critica che dal pubblico, “artista outsider”.
Niki De Saint Phalle ha una sensibilità ingenua e pungente in un mondo dell’arte sofisticato, sarà sempre un’artista scomoda. Una vitalità, un’energia fuori dal comune, nonostante la giovane età crea la sua opera “San Sebastiano” lanciando freccette contro un ritratto del suo amante. Nei primi anni Sessanta, dopo aver acquistato una pistola, decide di inchiodare su assi di legno sacchetti di plastica pieni di vernice; dopo aver indossato la sua tuta da tiro speciale, cucita espressamente per lei, e inizia a sparare contro i sacchetti, invita amici come Robert Rauschenberg a sparare.
Definisce le opere realizzate con una pistola “Target paintings”, per rendere omaggio ai Targets del suo amico Jasper Johns. Casualità, energia e piacere: le opere d’arte restano anche quando il divertimento è finito. Se l’Occidente si basa sui miti Niki de Saint-Phalle vuole scavarli, scarnificarli e renderceli come un urlo di gioia. Le donne medioevali, con i loro codici estremi, quelle che animano i suoi giardini -come quello toscano dedicato ai tarocchi-, si liberano dai tanti schemi e diventano allegre Nana che danzano fra mille colori. Scriveva “Amo le curve, le sinuosità, il mondo è rotondo, il mondo è un seno”. E lei sarà per sempre, unicamente Niki de Saint-Phalle.
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