Opera ritrovata in Cile, la prima mondiale sul lago

Domenica 4 agosto a Bene Lario debutta il recital “Ternura”, con testi della prima donna premio Nobel del sudamerica, Gabriela Mistral, e musiche di Eleodoro Ortiz de Zárate, autore della prima opera cilena. L’intervista alla cantante e ricercatrice Javiera Tapia che ha ritrovato gli spartiti

I legami, tra le persone e con i luoghi, sono il sale della vita. Grazie a un filo rosso che lega il lago di Como, e in particolare la Val Menaggio, con il Sud America, dovuto a migrazioni nei due sensi, domenica accadrà un “piccolo miracolo”. Il debutto mondiale di un’opera recentemente ritrovata - “Ternura/Tenerezza”, frutto della collaborazione tra la prima donna latinoamericana a vincere il Nobel per la Letteratura, Gabriela Mistral, e l’autore della prima opera prodotta in Cile, Eleodoro Ortiz de Zárate - avverrà non nelle capitali dove hanno sede le due fondazioni che rappresentano i celebri autori e che patrocinano l’evento, la Fundación Ortiz de Zárate di Santiago del Cile e la Gabriela Mistral Foundation di New York - bensì nella chiesa parrocchiale di Bene Lario, nell’ambito del progetto “Dalle Alpi alle Ande” dell’associazione Sentiero dei Sogni con la collaborazione dei Comuni di Bene Lario, Grandola ed Uniti, Menaggio e Tremezzina e il sostegno del ministero degli Affari Esteri (ingresso gratuito, info al link http://ternura.eventbrite.it). Bene Lario è un paesino di 346 abitanti, che però conta una ben più numerosa progenie emigrata proprio in Cile, tra cui alcune ex alunne della Mistral. E si trova tra Como e Lugano, le due città dove Zárate visse gli anni più importanti della sua formazione, mentre studiava al Conservatorio di Milano. La protagonista principale dell’evento sarà la cantante lirica e ricercatrice cilena Javiera Tapia, accompagnata dal pianista Jeremy Lia.

Javiera, quando ha riscoperto le partiture di Zárate sui testi della Mistral, che si ritenevano perdute?

Nel 2022. Dopo che i pronipoti di Zárate hanno visto una mia intervista sul giornale cileno “El Mercurio”, in cui parlavo del mio progetto di ricerca sul compositore, mi hanno contattata dicendomi di aver rinvenuto un vecchio baule (probabilmente di Eleodoro) proprio il giorno prima dell’intervista, durante il funerale di un familiare. Quindi ho viaggiato a Santiago per fare l’analisi e la classificazione dei documenti presenti nel baule. Lì dentro ho trovato le canzoni di “Ternura” insieme alla trilogia di opere“La Araucana”. Questi brani sono stati composti nel 1926 e non c’è nessuna evidenza che siano stati cantati prima d’ora.

Perché Zárate li avrebbe composti e, probabilmente, mai eseguiti?

Eleodoro ha composto questo ciclo di canzoni su richiesta della Mistral. E anni dopo le ha scritto una lettera dicendo che voleva farle sentire le canzoni in occasione della cerimonia di conferimento del premio Nobel, nel 1945, però fino ad ora non ho trovato alcuna prova che Zárate abbia concretizzato la sua idea.

Che cosa si sa della collaborazione tra Gabriela ed Eleodoro, da cui è nato questo recital?

Si sono conosciuti nel periodo in cui lei era insegnante e lui “visiting professor” di scuole musicali. Lei gli ha dato i manoscritti dei testi poi inclusi nel libro “Ternura” [primo grande successo della Mistral pubblicato cento anni fa nel 1924, ndr] e lui si è basato su quelli. Infatti, nelle canzoni troveremo alcune parole diverse rispetto a quelle stampate nel libro. Chi conosce la terra del Valle dell’Elqui, della quale è originaria la Mistral, si rivedrà di più nei testi originali che in quelli pubblicati.

Che cosa significa per lei la serie di “coincidenze” che ha portato a realizzare la prima rappresentazione in un borgo a metà strada tra Como e Lugano, città dove ha vissuto Eleodoro?

Como e Lugano sono entrambe città importantissime per Zárate, Lì ha vissuto alcuni degli anni più belli della sua vita: a Como è nato suo figlio Manuel e a Lugano la sua prima figlia, lì si è cimentato nella musica da camera e ha preso l’ispirazione per comporre la prima opera cilena rappresentata. Oggi questi brani appartengono al patrimonio musicale del Cile e, portandoli qui, nella terra che lo ha formato come compositore, è un po’ come se facessero ritorno a casa dopo un lungo viaggio.

Che cosa può anticiparci del recital, ovvero di come Eleodoro abbia musicato “ninne nanne” e “filastrocche” di Gabriela?

È un ciclo di canzoni che ci fa immergere in tutte le emozioni e gli stati d’animo che vive una mamma. Perfino le persone che non lo sono mai state, possono sentire tutte le sensazioni che una mamma può provare. L’insonnia dovuta alla cura del figlio, la paura, la stanchezza, la gioia e la tristezza sono perfettamente rappresentati da una fusione magnifica di testi e musica.

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