Da “Buonanotte” a “Radio Londra”: la rubrica cambia format e - pur mantenendo la sua collocazione tradizionale nel giornale della domenica - anticipa l’appuntamento con i lettori al venerdì sera, intorno alle 21, come podcast. Un audio della durata di tre minuti e qualche manciata di secondi in cui potrete ascoltare un punto di vista sul mondo che cerca di ribaltare i preconcetti. “Radio Londra” di Mario Schiani: ogni venerdì alle 21 sul sito laprovinciadicomo.it, Spotify, Google Podcasts e Spreaker
Racconta l’Ansa in un suo lancio d’agenzia: «Una scuola di Lodi ha deciso di vendere all’asta i suoi gioielli d’arte per far studiare i ragazzi fragili. Fra le opere ci sono un disegno di Pablo Picasso, un’opera di Piero Manzoni e un crocifisso ligneo legato a Papa Giovanni XXIII. Un patrimonio artistico di grande valore della scuola d’arte “Bergognone”, struttura frequentata da persone di tutte le età con disabilità mentali, fondata quasi mezzo secolo fa dall’eclettico Angelo Frosio. Ad annunciare l’evento è lo stesso maestro d’arte che a Lodi, nel 1975, è stato tra i primi in Italia a riconoscere l’espressione artistica come mezzo di recupero. “Purtroppo le istituzioni in questi ultimi anni ci hanno abbandonato e, a questo punto, non ci resta che mettere in vendita tutto quello che abbiamo”».
Chissà se Picasso sarebbe contento di apprendere che un suo lavoro viene venduto per finanziare una scuola di Lodi. Forse, per prima cosa chiederebbe dove si trova, questa cittadina, e come ha fatto un suo disegno ad arrivarci. Poi, credo, sarebbe contento: era un grande artista, Picasso, ma anche un uomo pratico. «Se ho finito il blu - disse una volta - metto del rosso»: quasi un invito a non “vedere” troppo nel suo lavoro, a non coprirlo - e dunque neutralizzarlo - con un velo di sacralità. Disegnare e dipingere sono soprattutto gesti vitali: il prodotto finito, per quanto essenziale, non è in assoluto la cosa più importante e addirittura si potrebbe affermare che, a pittura asciutta, quel che resta è un’opera morta: solo il riflesso, la foglia autunnale del sentimento artistico.
Meglio dunque un disegno venduto - e non significa distrutto - piuttosto di una scuola senza fondi, senza insegnanti e dunque senza la possibilità di trasmettere sapere, specie quando questo sapere è indirizzato a persone che hanno difficoltà a procurarselo altrimenti.
Va però aggiunto che se quello della scuola di Lodi è un passo più che giustificato - si potrebbe dire necessario -, ciò non esclude che sia anche un passo in qualche modo definitivo, l’accesso a uno scivolo capace di principiare una discesa pericolosa. Viene in mente il professor Erminio Bonafé, l’antifascista che nel film “Il federale” Ugo Tognazzi/Primo Arcovazzi è incaricato di arrestare. Dopo che il brutale Arcovazzi ha mutilato una copia dei Canti di Leopardi strappando una pagina - quella del “Passero solitario” - per farsi una sigaretta, Bonafé, dapprima inorridito, cede a sua volta al richiamo del tabacco e fa uso della canzone “Ad angelo mai”, dicendo a se stesso che si tratta di un’opera “minore”. Si rifiuterà categoricamente, tuttavia, di fumare “L’infinito”, dimostrando che c’è un confine tra bisogno e dignità: un gesto che gli varrebbe l’intitolazione di una scuola. Magari proprio a Lodi.
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