Teatro Sociale, c’è “Humanity”: la nuova stagione salutata da due eventi

Como Domani l’inaugurazione della video-installazione “Arca”, curata da Olo Creative Farm e Bianchi Group. Nel foyer spazio alla mostra fotografica di Gin Angri

Si avvicina l’inaugurazione della Stagione 2024/25 del Teatro Sociale di Como, che avrà per titolo “Humanity” e che vedrà in scena “La bohème” di Giacomo Puccini il 26 e 28 settembre.

Nell’attesa Aslico propone due eventi per accompagnare il pubblico fino alla fatidica data e anche oltre, introducendo la tematica di quest’anno: “Arca”, video – installazione immersiva a cura di Olo Creative Farm, all’interno di un container collocato in piazza Verdi, davanti al teatro, con il supporto di Bianchi Group, e “Human touch”, una mostra fotografica di Gin Angri allestita nel foyer. L’inaugurazione, aperta a tutti, si terrà domani, venerdì 6 agosto, alle 18.30.

Rinnovo

È una collaborazione che si rinnova, quella tra Sociale, Olo e Bianchi Group che rinnova il suo decennale sostegno alla cultura e al teatro. “Arca” vuole essere «Un viaggio molecolare tra cosmo e umanità – spiegano i responsabili – Un’esperienza immersiva audiovisiva che accompagna gli spettatori in un viaggio sensoriale dall’infinitamente piccolo all’infinitamente grande, esplorando il legame profondo a cui noi tutti esseri umani apparteniamo. La proiezione sarà un’odissea che abbraccia tutte le scale dell’universo, a partire da una foresta che vive e respira con noi, scendendo in profondità nella terra, risalendo dagli abissi del mondo marino, attraversando la dimensione dell’umano per erigersi fino al cielo e all’universo, fino ad entrare nel microscopico regno degli atomi, che si uniscono tra loro formando connessioni che mimano le sinapsi nel nostro cervello. La materia si trasforma e si dissolve, per ricomporsi in nuove forme, evidenziando così come tutto muta e si trasforma nella grande magia della vita, in cui ogni cosa è collegata e a cui tutti noi apparteniamo, come polvere di stelle».

La parte esterna del container verrà trasformata in un’opera artistica a cura di Giovanni D’Apolito e al progetto partecipa anche Lechler, un’altra azienda associata del Teatro Sociale, sempre molto vicina alle iniziative culturali e artistiche, che ha offerto la fornitura di vernici.

Crisi ambientali

Dalle immagini selezionate per la mostra di Gin Angri è stata scelta anche l’immagine – simbolo della Stagione “Humanity”. Il fotografo comasco ha vissuto per lungo tempo in Africa, in Mozambico, dove oltre a documentare la vita di un Paese che era diventato indipendente da pochissimi anni e che aveva dovuto confrontarsi con una durissima guerra civile oltre che con le crisi ambientali, ha fondato una scuola di fotografia. Un’esperienza che ha formato nel suo sguardo una forte coscienza sociale che si rispecchia nei suoi scatti più belli.

Tornato in Italia si è dedicato a temi di attualità, realizzando poi reportage all’estero, a Sarajevo durante l’assedio, per ritornare ancora in Africa, in Etiopia e in Somalia. Como è da sempre un obiettivo privilegiato dei suoi scatti, sempre privilegiando le tematiche sociali, prima fra tutte nell’ambito psichiatrico, con la pubblicazione di libri, tra i quali “Donne cancellate” frutto di un lungo lavoro di ricerca nelle cartelle mediche dell’archivio dell’ex Ospedale Psichiatrico san Martino, e con la direzione della rivista “Oltre il giardino” che nasce all’interno del centro diurno del dipartimento di salute mentale e dipendenze di Como. Recentemente ha realizzato una mostra dedicata agli ultimi anni della Ticosa, allestita nello spazio industriale dell’ex tintostamperia Val Mulini per la quale ha curato e sta curando altre esposizioni, personali e collettive.

In questo caso il tocco umano, “Human touch”, fa rifermento alla carezza che sente di ricevere «quando fotografa quelle situazioni a volte dure, difficili e messe ai margini, ma da dove trapela quell’umanità altrimenti spesso difficile da cogliere, come una carezza è l’immagine di una ragazzina che gli offre la collana di fiori di gelsomino».

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