“Tutto questo girarci intorno”. Castelli chiude l’anno con un album

Ottava raccolta con dieci nuovi brani per il cantautore e musicista brianzolo. Un’opera eclettica dallo stile “swingante” che ci accompagna nel mondo intimistico dell’autore

L’ultimo disco del 2024 è anche il primo disco del 2025, ed è davvero un bel disco.

“Tutto questo girarci intorno” è l’ottavo album di Marco Castelli, cantautore brianzolo cresciuto imparando dai migliori maestri, da Paolo Conte a Gianmaria Testa, da Sergio Caputo a Vinicio Capossela, da Fred Buscaglione a Renato Carosone, sia per lo stile swingante che per l’ironia, dalle tante suggestioni che si ascoltano anche in queste dieci nuove canzoni, disponibili su Spotify e iTunes.

Poliedrico

È un musicista poliedrico: da una parte queste influenze nostranissime, dall’altra l’amore per la grande canzone d’autore americana, per la musica delle radici folk, country e blues, ma anche per i britannici Beatles e Pink Floyd.

Poi ci sono le partecipazioni a progetti non esclusivamente musicali, basti citare la collaborazione di lunga data con il mago più comico di sempre, Raul Cremona per gli spettacoli “Prestigi” e “Bravissimo”, portati in tour in tutta Italia, e in tante altre occasioni, ma anche con il regista Riccardo Banfi, declinata in una serie di cortometraggi che sono stati candidati al David di Donatello.

Ha collaborato con il Club Tenco in varie rassegne dedicate ai cantautori italiani, ed è stato invitato più volte a partecipare alle selezioni ufficiali del Premio. I suoi dischi sono stati programmati nelle radio (Radio Popolare, LifeGate), in programmi televisivi (Rai 1, Rai 5), e vanta collaborazioni con musicisti quali Paolo Tomelleri, Elio (Special XFactor 2017), il grande armonicista Sugar Blue (quello di “Miss you” dei Rolling Stones), e tanti altri.

Le sue canzoni sono presenti in spettacoli teatrali, in film e cortometraggi e come autore in altri progetti discografici con The MamaBluegrass Band e The Cadregas, i primi dediti a una torrenziale scorribanda nel roots rock americano nel segno delle “Seeger sessions” di Bruce Springsteen – dove Castelli abbandona il prediletto pianoforte per diventare energico batterista – gli altri consacrati al recupero della miglior canzone milanese, da Fo, Valdi, Jannacci, Gaber, Svampa e tutti gli altri.

Nuova opera

Un eclettismo che si rispecchia anche in questa nuova opera che – il segno dei tempi – non esiste (ancora?) in formato fisico, ma che si può ascoltare liberamente calandosi nel mondo intimistico di “Per sempre soltanto”, per schioccare le dita tenendo il tempo jazzato di “Monet”. Deliziosa la “Passacaglia della maledetta”, che recupera addirittura una forma barocca per raccontare un’atipica storia d’amore.

L’animo dello “swingautore” emerge ne “L’attimo” mentre la vena più delicata si ascolta in “Un altro destino”, “Senza rumore” e nella dimessa “Fard”. “Braille” è una milonga con una chitarra morriconiana a colorare le note della fisarmonica e del contrabbasso. Emblematica “Ciao cantautore” che conduce alla conclusione affidata a “Cinema”. Una manciata di emozioni tutte da ascoltare per accompagnare queste prime ore del 2025.

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