Cultura e Spettacoli / Como città
Sabato 06 Aprile 2024
Van De Sfroos, il tour passa dal Sociale: le canzoni di “Manóglia” a casa loro
Live I brani del nuovo album protagonisti del concerto “sold out” che avrà inizio alle 21. Venticinque anni fa la prima esibizione del cantautore “laghée” nel teatro comasco
Tappa comasca per il “Manóglia tour” di Davide Van De Sfroos e anche se il giro di concerti di presentazione live dell’ultimo album dell’artista lariano è partito da tempo, anche se la band è rodatissima e viaggia come un inarrestabile treno in corsa, anche se non è certo la prima volta che l’artista si esibisce al Teatro Sociale, ovviamente gremito per l’occasione fino all’ultimo ordine di posti, una performance a Como è sempre un’occasione speciale.
La grande città
Perché tutte le altre città toccate dal tour, per quanto belle, accoglienti, magari con una storia alle spalle rispetto all’artista, semplicemente non sono... Como. Quella Como a cui il giovane Davide guardava come “la grande città” mentre cresceva, quella Como che si poteva raggiungere solo con la corriera blu prima di entrare in possesso di qualche personale mezzo di trasporto, entrando in contatto con tutta la fauna locale descritta in quella e in tante altre canzoni.
Quella stessa Como dove l’imberbe cantautore, che non era ancora tale, frequentava il liceo classico al Collegio Gallio (ed ecco che, oggi pomeriggio alle 16 sarà affiancato dal suo ex professore, Giorgio Tettamanti, che lo ha inserito tra i cinque poeti meritevoli di studi del suo ultimo eruditissimo saggio). Non solo: in quel medesimo teatro davanti al quale passava senza neppure ipotizzare «un giorno suonerò qui«, neppure nei suoi sogni più remoti.
Gli artisti folk, ma neppure quelli rock, e manco quelli pop potevano calcare il palco del Teatro Sociale: erano altri tempi (“si sbagliava da professionisti”, aggiungerebbe Paolo Conte), quando quello era unicamente il tempio della Lirica e della Grande Prosa, con tutte le maiuscole del caso. Invece, in una sera di marzo di 25 anni fa – passa il tempo, così tanto che è difficile tener dietro agli anniversari – quell’artista che cantava della polenta servita con gallina fredda, del figlio di Guglielmo Tell che guardava con un po’ di preoccupazione quel padre dalla presunta mira infallibile, dei “cauboi” che prima di andar “giò a Milan” si sarebbero fermati sulle poltroncine in velluto e avrebbero cercato di conquistare anche i palchi dei signori, del contrabbandiere che cantava la ninna nanna al figlio prima di andare “de sfroos”, espugnò quella roccaforte.
Prima di tante
Solo la prima di tante, ma quando vi fa ritorno c’è sempre un po’ di commozione in più. Con lui questa “gioiosa macchina da guerra” guidata da Angapiemage Galiano Persico (violino, mandolino e percussioni), Paolo Cazzaniga (chitarra acustica ed elettrica), Andrea Cusmano (fisarmonica, trombone, flauti, plettri etnici), Daniele Caldarini (pianoforte, tastiere e plettri), Silvio Centamore (batteria e percussioni) e Matteo Luraghi (basso e plettri).
E canterà queste nuove canzoni che, come le altre, sono nate a pochi chilometri da questo palco, bagnate dalle acque di questo stesso lago, quelle ballate che, un po’ come sua zia, non sono più solo sue, ma di tutti e per i comaschi, del lago e dei monti, della campagna e della città, lo sono anche un po’ di più.
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