Violenza e redenzione in Russia: il romanzo di Haratischwili

La scrittrice georgiana porta alla Ubik di Como “La gatta e il generale”. Storia di un oligarca e un’attrice che si erano conosciuti nella guerra cecena

È uno degli appuntamenti più attesi della già ricca programmazione di eventi letterari della Ubik di Como. Oggi pomeriggio alle 18 la libreria di piazza San Fedele 32 ospiterà la scrittrice georgiana Nino Haratischwili che presenterà “La gatta e il generale”, la sua ultima opera edita in Italia da Marsilio nella traduzione di Francesca Bonomi e Fabio Cremonesi.

È nata a Tbilisi e oggi vive a Berlino senza peraltro mai dimenticare le sue origini, come accade anche in questo romanzo che conduce il lettore indietro nel tempo per arrivare a un’epoca recente, ma già lontana. Siamo alla fine del 1994, in un villaggio del Caucaso dove è stanziata una truppa delle forze armate della Federazione Russa. Il suo compito, certo non facile, è contenere e sedare le intemperanze dei separatisti ceceni. In quel contesto vive Nua, una diciassettenne che ha un unico desiderio, un grande sogno: scappare. Vuole fuggire da quelle montagne dove la guerra incombe minacciosa e dove sono i clan a comandare. Ma la vita non ha in serbo questa fortuna, per lei. È vittima di una violenza ferocissima, che segna la vita del giovane soldato che assiste senza fare nulla per aiutarla.

Vent’anni dopo

Passano gli anni, da quel momento terribile, venti anni e quel fantaccino ha fatto carriera. È diventato un generale, un oligarca che ha scalato i gradini della scala sociale, un pezzo grosso tutto d’un pezzo, spietato con i suoi nemici e ben deciso a disporre a suo piacere di tutto il potere che la posizione e il denaro gli assicurano. Ma in un momento hitchcockiano, intravvede in un’attrice georgiana, la copia perfetta di quella Nura. In quel momento il ragazzo diventato uomo, il soldatino diventato potentissimo capisce che è arrivato il momento di mettere a tacere quel ricordo. Perché rappresenta la testimonianza della sua umanità perduta? Per un tardivo senso di giustizia? L’oligarca russo e l’attrice, che con un tocco autobiografico arriva da Tbilisi vedono intrecciarsi i propri destini in cerca della verità.

Nel passato di questa scrittrice che è anche drammaturga e regista teatrale, due volte finalista al Deutscher Buchpreis, tradotta in venticinque lingue e in testa alle classifiche internazionali a ogni uscita, si incontrano romanzi come “L’ottava vita” (da cui verrà tratta una serie televisiva), e “Luce che manca”, che si ispiravano alle testimonianze sulle guerre cecene di Anna Politkovskaja. E anche in questo caso, anticipano le note dell’editore, “Nino Haratischwili torna a guardare negli abissi che si celano sotto le macerie dell’impero sovietico e, in un racconto carico di tensione, narra della guerra sul campo e nelle menti delle persone, di delitto e castigo, di crimine ed espiazione, di vendetta, tradimento, morte e amore. Narra soprattutto del desiderio di redenzione, perché nessuno può togliere la colpa a qualcun altro, nessuno può, così semplicemente, cancellarla”. L’incontro è a ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili.

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