Vittorio Viviani: «L’invenzione di Otello, prima di Shakespeare»

Intervista L’attore stasera al Licinium di Erba per il ciclo “Aspettando il Museo” con una novella di Cinzio

Un graditissimo ritorno segna l’appuntamento (il ventesimo) di “Aspettando il Museo” che si terrà, questa sera (sabato 27 luglio), alle 21, al Teatro Licinium di Erba. Per il nuovo evento in onore del Circolo Magico, museo dedicato a Ezio Frigerio e a Franca Squarciapino che sta nascendo ad Erba, sarà sul palco del teatro all’aperto, il noto attore Vittorio Viviani, personalità arguta, colta, dall’affabulazione mai banale. Per la sua terza volta, Viviani proporrà “Otello ovvero La mossa dell’alfiere”, un altro episodio del ciclo, da lui ideato, “Quel copione di Shakespeare”. L’attore ci porta in un mondo di storie, scritte da grandi novellieri italiani e riprese - secondo una prassi consolidata e certo non per “plagio” - dal grande drammaturgo inglese. Si ricorda che Aspettando il Museo, voluta da Squarciapino, è realizzata con il supporto del Comune di Erba, Lariofiere, Make Como, il Museo Civico e la Biblioteca comunale Giuseppe Pontiggia di Erba. I biglietti costano 10 euro. Prenotazione (obbligatoria) scrivendo a [email protected].

Viviani, rieccoci qui con un altro scherzoso “j’accuse” a Shakespeare. Dopo “Romeo e Giulietta”, visto la scorsa estate, ora sotto esame c’è l’Otello…

Ritorno con piacere a Erba, per sostenere la nascita del Circolo Magico. Quest’anno, racconterò la novella “La mossa dell’alfiere” del grandissimo narratore cinquecentesco Giambattista Giraldi Cinzio. A questa storia si ispirò poi Shakespeare per l’Otello.

Il Bardo deve molto agli scrittori italiani?

Certamente, ma intendiamoci, la sua scelta di rifarsi a quelle storie non è altro che una prassi consolidata nel mondo dell’arte, dove nulla si crea, nulla si distrugge e tutto si trasforma. Comunque, il genere della novellistica italiana, da Boccaccio al Rinascimento e oltre, ha raggiunto livelli altissimi.

Questi racconti parlano ancora a tutti?

Sono storie che indagano l’essere umano in ogni tempo e che quindi si prestano a riflessioni che possono valere anche nella nostra epoca. Per esempio, La mossa dell’alfiere e poi l’Otello, ci raccontano di gelosia ossessiva e di femminicidio ma non solo.

Purtroppo, il tema dell’uccisione delle donne è atavico…

Sì. Basti pensare che in Italia, il “delitto d’onore” fu riconosciuto, nel nostro sistema giudiziario, come attenuante per l’uccisione delle mogli, fino al 1981. Per parlare del tema, io inizio lo spettacolo con una canzone napoletana del 1921: “Cinematografo”. Si narra di un uomo che, assistendo ad un film muto che racconta di un tradimento, crede di riconoscersi come il tradito. Sobillato da un amico che alimenta l’ossessione, l’uomo arriverà ad uccidere la moglie in quella stessa sala!

Una storia terribile come quella di Desdemona…

Questa trama ci mostra anche la malefica figura del cattivo consigliere, che nell’Otello sarà Iago (e nella novella di Giraldi Cinzio è l’alfiere). Egli non solo è malvagio, ma è vittima di gelosia a sua volta.

Iago innamorato di Desdemona?

Nella novella questo aspetto è chiarissimo. Iago ama Disdemona (così la donna viene chiamata da Giraldi Cinzio e il nome, che deriva dal greco, significa “infelice”) e visto che non può averla, decide di distruggere lei e il Moro.

Quale altro tema individua nella storia?

Mi pare che sia molto evidente un monito contro la credulità. Otello sembra disarmato contro le calunnie di Iago. Forse perché, attraverso esse, dà corpo alle proprie paure, alle ossessioni latenti. Crediamo, in fondo, alle “verità” cui vogliamo credere.

Insomma, ancora una volta, ci porterà in viaggio nella letteratura e nell’arte, con leggerezza e profondità?

Questo è lo scopo. Spero di divertire il pubblico. Per me è sempre una gioia esaltare il progetto di Franca Squarciapino. Proprio per questo, ho anche realizzato un piccolo video promozionale e ho convinto Ottavia Piccolo a fare lo stesso. Dobbiamo supportare il Circolo Magico e farne un polo di attrazione per tutti, un luogo di arte, bellezza e cultura. Tutti beni immateriali di cui abbiamo tanto bisogno.

© RIPRODUZIONE RISERVATA