Abio, i bambini prima di tutto

Solidarietà Sono tornati in piazza i volontari dell’associazione che dal 1988 si occupa dei piccoli pazienti ricoverati attività»

Abio, sempre accanto ai bambini in ospedale.

L’associazione punta oggi a rilanciare i suoi progetti

Attivo dal lontano 1988, terzo comitato nato in Italia, Abio Como a fine settembre è tornata nelle piazze per incontrare i comaschi desiderosi di sostenere i 117 volontari della benemerita associazione, acquistando i cestini di pere e dei piccoli omaggi.

«È una iniziativa che portiamo avanti da ormai vent’anni – racconta Franca Bottacin, presidente di Abio Como – e che dunque tanti cittadini conoscono. Riceviamo tanto affetto e vicinanza, in molti prenotano per tempo i cestini con le pere, il nostro frutto simbolo. Abio però ha anche bisogno sempre di nuove energie e dunque speriamo che nuovi volontari vogliano prestare servizio insieme alla nostra associazione. Siamo attivi presso i reparti di Pediatria del Sant’Anna di Como, del Sant’Antonio Abate di Cantù e all’ospedale di Erba. Le sedi in Italia sono 50 in tutto grazie a una rete che conta circa 4mila volontari, noi a Como siamo in 117».

La pandemia ha rallentato le attività tra il 2020 e il 2021

Tra il 2020 e il 2022 in particolare c’è stato un calo delle forze su cui Abio Como può contare. Colpa principalmente della pandemia che ha prima bloccato, poi congelato e quindi rallentato le attività dell’associazione per il bambino in ospedale. Ma anche della chiusura dall’estate del 2022 del reparto di Pediatria del Valduce, dove prima Abio era presente. L’associazione ciò nonostante spera di rilanciare i propri programmi già dalle prossime settimane.

«I nostri volontari hanno il compito di accogliere i bambini ricoverati – racconta sempre Bottacin – intrattenerli, regalare loro un sorriso. Per questi bambini giocare è un diritto, devono riuscire a mantenere nonostante i problemi e la malattia una quasi normalità, un po’ di serenità. Il ricovero non deve diventare un trauma. Abio però deve riuscire anche a stare accanto ai familiari, la malattia di un figlio coinvolge soprattutto i genitori. Sostenere mamme e papà significa dare ascolto ai loro bisogni, ma anche saper offrire una chiacchierata su argomenti che non riguardino soltanto terapie e operazioni. L’ospedalizzazione di un bambino è una questione molto delicata, non è semplice e infatti tutti i nostri volontari vengono debitamente formati, devono avere alle spalle una preparazione, senza lasciare nulla al caso». L’invito rivolto ai lettori interessati è quello di partecipare al prossimo corso di formazione in partenza a fine novembre al don Guanella di Como. «Abbiamo bisogno di nuovo volontari, non sono mai abbastanza – dice la presidente di Abio – in città come in provincia dove vorremmo implementare il nostro impegno. I corsi sono rivolti a sole persone maggiorenni fino a 69 anni. Negli ultimi anni purtroppo abbiamo perso diversi esperti volontari». Il gruppo però è ancora solido e numeroso.

Oltre alla frequentazione quotidiana dei reparti ospedalieri di Pediatria più in generale Abio si batte per i diritti dei bambini e degli adolescenti ricoverati. «Attraverso la carta dei diritti dei bambini in ospedale – spiega Bottacin – dobbiamo promuovere e garantire le giuste condizioni di ricovero a tutti i minorenni, da zero a 18 anni. Per esempio è fondamentale che i piccoli in corsia abbiamo comunque sempre modo di giocare, lo svago e la spensieratezza non possono abbandonarli. Inoltre ad esempio occorre vigilare che i minori non vengano sistemati negli stessi reparti dedicati agli adulti, è necessaria una separazione secondo età. Infine, per citare solo alcuni temi a noi cari, ci battiamo affinché ai minori venga offerta sempre una continuità assistenziale 24 ore su 24, con un Pronto soccorso pediatrico».

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