Cinque amiche, cinque tumori e una sola storia

Testimonianza Un’amicizia nata durante la chemio: «Siamo l’una la forza dell’altra, compagne di viaggio»

Sedute intorno a un tavolo di un bar, Aurora Fortini, Eva Andreoli e Daniela Oggion sorseggiano un aperitivo: fuori diluvia e Como è deserta. L’allegria di una giornata di sole però queste tre donne se lo portano dentro. «Ci siamo conosciute facendo la chemioterapia - spiegano, mentre si scambiano in continuazione sguardi e sorrisi - «siamo state l’una la forza dell’altra». Il pensiero e le parole delle tre donne vanno anche a Silvia Grieci e Caterina Ligato, le altre due colonne di questo tempio di amicizia costruito nella difficoltà, non presenti al bar ma interpellate in videochiamata per offrire anche la loro testimonianza.

Il senso dell’incontro è quello di parlare del tumore al seno, la stessa malattia che è andata a scovarle una a una e che poi le ha fatte incontrare. Un incontro affidato al caso, o forse sarebbe meglio dire al destino: cinque donne diverse, tra i 41 e i 53 anni, cinque storie diverse, un’unica stanza dove affrontare la chemio.

«Amo viaggiare - racconta Eva - e ho scoperto il tumore proprio di ritorno da un viaggio: inizialmente pensavo che il gonfiore e il dolore fossero dovuti allo zaino». La scoperta della malattia è stata unica per ciascuna di loro, tra chi ha avuto il sospetto tramite la palpazione di auto valutazione e chi invece si trovava in una clinica a Milano, piuttosto che a Como. Mentre condividono quei ricordi difficili viene da immaginarsi il momento in cui se li sono raccontati, aiutandosi a vicenda a sostenere il peso di quei giorni.

«Quando scopri di avere un tumore sei molto vulnerabile e quindi capita di prendere decisioni importanti in momenti complessi, senza avere un riferimento chiaro con cui confrontarsi - raccontano le tre amiche al bar - Noi abbiamo scoperto che alcuni ostacoli dei nostri percorsi potevano essere evitati solo quando ci siamo conosciute e abbiamo messo le nostre esperienze a confronto».

Perché se è vero che la difficoltà maggiore da affrontare è la malattia, resta altrettanto vero che nella convivenza con quella si cammina lungo una strada irta di ostacoli. Il legame di amicizia che Daniela, Eva, Aurora, Caterina e Silvia hanno costruito in quel momento terribile, mentre si sottoponevano alla chemioterapia, ha permesso però di mappare il territorio incerto che il tumore costringe ad attraversare, facendosi scudo ed essendo l’una gli occhi dell’altra. «Durante la chemioterapia prevale la confusione, il dolore, il senso di solitudine di fronte a un’empatia che spesso manca nelle persone. Le altre del gruppo sono state la nostra forza invece, insieme abbiamo saputo coalizzarci» raccontano Silvia e Caterina.

Il gruppo di amiche, che, in controtendenza rispetto a questi tempi in cui le cose capitano solo online, è molto reale e fatto di corpi che lottano, esiste anche su Whatsapp e si chiama “Guerriere”. Il linguaggio, quando si tratta di tumore, è sempre a rischio di ferire qualcuno, ma lottare in questo caso non significa segnare una distinzione tra i forti e i deboli, quanto piuttosto resistere e imparare a farlo insieme.

Ma anche imparare a raccontarlo e a raccontarsi «Abbiamo voluto dare voce alla nostra storia perché altre donne che si trovano ad affrontare il tumore al seno sappiano di non essere sole ma anche per condividere con loro una serie di suggerimenti che insieme siamo riuscite a ricostruire e che pensiamo possano rendere più semplice la vita delle pazienti».

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