Compagni di cuore: «Sto toccando con mano l’inclusione vera e sono felice per mio figlio»

La storia Tutti con Gianluca. Lui, studente autistico, voleva andare a scuola in bus. Gli amici si uniscono e lo accompagnano

«Mi sembra di essere finita in un altro mondo rispetto alle esperienze del passato. Sto toccando con mano l’inclusione vera e sono felice per mio figlio. Si parla sempre di cose negative nell’ambito del mondo della scuola, io invece voglio raccontare la mia storia che è positiva, anche per ringraziare tutti quelli che si sono messi in gioco per darci una mano».

A parlare è Daniela Autieri, mamma di Gianluca, ragazzo di 16 anni con problemi di spettro autistico. Frequenta la seconda al Liceo Linguistico “Carlo Porta” di Erba e la storia che sta per raccontarci è davvero bella, di quelle che fanno bene al cuore e che dimostrano che tutto in fondo è possibile, basta volerlo.

Gianluca è ormai grande, cresce e lavora duramente durante la settimana nelle ore di terapia per aumentare la autonomie. Come i ragazzi della sua età desiderava però andare a scuola da solo, con il bus che da Albavilla lo porta fino ad Erba. Il problema non era tanto quello del viaggio di andata, essendoci sul pullman anche il fratello che tuttavia frequenta una scuola diversa. Il guaio era il ritorno, perché Gianluca era da solo, con il rischio (per nulla marginale) di essere preso in giro da qualche bullo o di rimanere vittima di qualche imprevisto difficile da gestire. Mamma Daniela, insomma, non si fidava a mettere il figlio in situazioni che avrebbero potuto minarne l’autostima o fargli del male.

La mobilitazione del cuore

Ma è stato a questo punto che, nel giro di poco tempo, attorno al ragazzo si è creato un vortice d’amore coordinato dalla scuola, che ha coinvolto il comitato dei genitori e che alla fine ha portato a individuare la soluzione trovata in gruppo dai ragazzi – quattro – che stanno accanto a Gianluca aiutandolo in questo importantissimo passo verso l’autonomia. Sembrerebbe (o dovrebbe essere) una cosa normale, in realtà non lo è affatto. Ma è mamma Daniela a dirci quello che è accaduto: «Tutti i ragazzi della classe di Gianluca prendevano l’autobus in direzione opposta alla sua, non verso Albavilla. Quindi ho chiesto prima al “Carlo Porta”, poi al Comitato dei Genitori di darmi una mano. Tutti si sono impegnati per farci vincere questa sfida. Due compagni di classe di Gianluca si sono messi in gioco aiutandolo ad arrivare dalla classe al cancello per poi affidarlo ad altre due ragazze di terza che facevano lo stesso tragitto con il pullman e che si sono da subito rese disponibili».

Sì, i compagni di classe Antonio Giudice ed Ester Viganò della 2L, e i compagni di scuola Delia Parus e Isabella Rodaro della 3L, sono diventati in queste settimane gli “angeli” di Gianluca che lo seguono, gli fanno compagnia, lo affiancano sul pullman verso Albavilla e gli consentono, giorno dopo giorno, di fare il tragitto dalla scuola a casa in autonomia, come tutti gli altri ragazzi della sua età.

«È tutto organizzato alla perfezione – garantisce la mamma – Ho spiegano in breve ai ragazzi la situazione di Gianluca, le sue caratteristiche, ho lasciato il mio numero di telefono in caso di bisogno e se per caso dovessero esserci delle assenze siamo pronti a riorganizzare tutto in poco tempo».

Una macchina estremamente rodata, insomma. Ma non solo, perché in questa storia felice anche la scuola ha giocato un ruolo cruciale, organizzando gli orari delle due classi in modo da far combaciare le uscite degli studenti. In una parola inclusione, voglia di aiutare chi ha bisogno, di accompagnare un proprio studente lungo la via della crescita e non di sostituirsi a lui. Una carezza al sogno di vedere finalmente la diversità diventare patrimonio di tutti e non elemento scomodo da emarginare.

Ma non è finita qui. «I compagni di classe stanno anche organizzando una uscita tutti insieme, per andare a mangiare credo un panino – prosegue mamma Daniela, incredula per tutto quello che le sta accadendo attorno – Mi hanno chiesto di poter portare anche Gianluca. Ovviamente ho risposto di sì», replica raggiante.

Il potere dello stare insieme

«L’inclusione può funzionare con l’impegno di tutti – prosegue il genitore – Ho voluto raccontarvi la nostra storia perché è un messaggio di speranza per tutte le altre famiglie che vivono problemi di inclusione, come li avevo vissuti anche io alle medie, quando spesso Gianluca era lasciato da solo, percepito spesso come un problema piuttosto che come una risorsa». Gianluca è stato inserito nella chat di classe di whatsapp, è parte integrante del gruppo di compagni, fa domande e ottiene risposte spesso prima degli altri. «Sto vivendo in un altro mondo – conclude la mamma – Alla fine dell’anno scorso i professori mi hanno anche chiesto cosa potessero nel caso fare per aiutare di più e meglio mio figlio, non mi era mai successo prima».

Ma Gianluca, questa bella storia di inclusione e unione tra ragazzi (di amore per il prossimo, aggiungiamo) come la sta vivendo? «È contentissimo. Ha una voglia di andare a scuola come non aveva mai avuto in passato. Vuole stare con i suoi compagni di classe, è migliorato molto e me l’hanno fatto notare anche i terapisti che lo seguono, quello che si sta accadendo attorno gli sta facendo proprio bene». Il potere dell’unire, dello stare insieme, che migliora tutti e non solo gli alunni disabili.

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