Dai, Como: c’è da vincere un altro campionato. Quello della solidarietà

Progetti Torna per il terzo anno l’iniziativa della Fondazione comasca. Obiettivo: sostenere il ruolo educativo delle società sportive del territorio

Al via la nuova edizione di “Dai Como”. Per sostenere le società sportive anche quest’anno la Fondazione Comasca rilancia il campionato di raccolta fondi. La terza edizione del concorso vede già una ventina di gruppi e squadre iscritte. Senza queste realtà dilettantistiche il nostro territorio perderebbe delle vere agenzie educative, riducendo lo sport ad una mera offerta commerciale.

Le società sportive rappresentano agenzie educative davvero funzionanti

«È evidente che per le società sportive questo è un periodo difficile – spiega Bernardino Casadei, referente del progetto –, si sono ridotte le risorse, sono aumentati i costi, si fatica a trovare volontari e sostenitori. Eppure queste realtà svolgono un ruolo sociale fondamentale per la crescita sana dei nostri giovani. Rappresentano una delle poche agenzie educative davvero funzionanti. Per ragioni economiche e anche burocratiche, con le nuove leggi molto macchinose e vincolanti, tante si stanno trasformando in attività commerciali, con le famiglie che accedono comprando un pacchetto di ore per far muovere i figli, rinunciando all’interazione e alle relazioni. Così si distruggono le comunità, l’impatto sul volontariato e il terzo settore è molto negativo».

Ecco allora perché è importante donare. «Crediamo che il dono possa essere la soluzione – spiega ancora Casadei – perché mobilita risorse, ma anche relazioni. Con il dono costringiamo le società a concentrarsi sulla loro missione. Perché per ricevere aiuti devono riuscire a comunicare ciò che di buono fanno e ciò di cui hanno bisogno. Molte squadre rinunciano perché non vogliono chiedere, non osano, eppure in realtà le società sportive offrono tante opportunità al prossimo. Grazie al loro grande patrimonio relazionale possono riuscire a sfruttare il lavoro che ogni giorno fanno in campo educativo».

Il meccanismo del gioco del campionato Dai Como incentiva le squadre a concorrere alla raccolta fondi.

Quest’anno poi la novità è l’applicazione che le squadre possono scaricare sul loro cellulare che si trasforma in un Pos per ricevere fondi tramite carte di credito e bancomat. Ci sono tanti esempi meritori che grazie a Dai Como hanno raggiunto ottimi traguardi. «Non bisogna parlare sempre e solo di sé stessi – suggerisce Casadei – dire quali trofei la squadra ha vinto, come hanno giocato, cosa hanno fatto in passato, questo racconto raccoglie poco interesse. Per ricevere un grande aiuto occorre invece parlare del proprio bisogno sociale, i partecipanti devono spiegare il loro progetto di inclusione, l’integrazione che riescono a garantire a tutti i giovani, ciò che fanno per combattere il disagio tra ragazzi e ragazze, il contrasto alla dispersione scolastica. Serve qualche singola storia, qualche testimonianza concreta. E poi in maniera molto diretta bisogna spiegare alla gente che servono palloni, campi sportivi, allenatori, volontari e quindi come impiegheranno le risorse raccolte».

«Oggi la crisi economica sta minacciando realtà che, per quante cariche di meravigliosa passione, si ritrovano schiacciate con le spalle al muro – si legge nel bando Dai Como - come continuare ad offrire corsi, gare, esperienze con gli sponsor che diminuiscono e le bollette che aumentano? Occorre che anche noi adulti torniamo in campo. Facciamo squadra! Mobilitiamo insieme tutto quello che ci è possibile per vincere questa nuova partita! In gioco c’è qualcosa di troppo importante: il futuro dei nostri figli».

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