Giorno della memoria: l’anniversario più difficile, ottant’anni dopo

La cerimonia a Como Consegnate 12 medaglie d’onore ai parenti dei comaschi deportati nei campi di sterminio

Il fermo immagine del piccolo Jacopo, sul palco della biblioteca comunale di Como, mano nella mano con il nonno Corrado Aggi, per ritirare la medaglia d’onore del bisnonno, internato per due anni in un campo di concentramento, racchiude tutto ciò che il giorno della memoria cerca di essere.

Il virus dell’intolleranza

«Oggi abbiamo una grande speranza di fronte a noi, grazie alla presenza e i contributi dei ragazzi qui presenti - ha detto, ieri, il prefetto Corrado Conforto Galli, prima della cerimonia di consegna delle medaglie d’onore - Loro sono il segno che ci saranno, dopo di noi, altri testimoni di quei valori della nostra società che impediscono al vento dell’antisemitismo e dell’odio di ravvivare il virus dell’intolleranza, che sempre cova sotto la cenere. Tutelare questi valori e il ricordo di ciò che è stato è possibile fintanto che ci saranno loro, i giovani, a partecipare e a impegnarsi per conservare la memoria».

Como: Giorno della Memoria, le parole del Prefetto di Como Corrado Conforto Galli. Video di Fabrizio Cusa

Il piccolo Jacopo non era il solo esponente delle generazioni, cui tocca farsi carico della «responsabilità» della memoria, di cui ha parlato il sindaco di Como, Alessandro Rapinese. Oltre alle autorità (Alessio Butti, sottosegretario alla presidenza del consiglio, e Nicola Molteni, sottosegretario al ministero dell’Interno, il presidente della provincia Fiorenzo Bongiasca, numerosi sindaci e assessori del territorio, i consiglieri regionali Marisa Cesana e Angelo Orsenigo, il questore Marco Calì e il provveditore Alfredo Bonelli), infatti, erano presenti anche due gruppi di studenti dell’istituto Sant’Elia di Cantù e del liceo coreutico Giuditta Pasta di Como, coinvolte per dare voce all’impegno civile e umano di chi sceglie, dentro e fuori le aule di scuola, di portare avanti la memoria di ciò che è stato e che continua, pur nell’orrore e nell’incredulità, a essere parte di noi.

Il prefetto: «Dopo di noi ci saranno altri testimoni»

Como: Giorno della Memoria, l'intervento del sindaco Alessandro Rapinese.. Video di Fabrizio Cusa

Così come è parte delle famiglie dei dodici comaschi deportati durante l’Olocausto e ricordati ieri. Uno a uno, i loro nomi sono risuonati nella sala e uno a uno il loro ricordo è stato commemorato con una medaglia d’onore offerta dalla presidenza del Consiglio e consegnata a figli, nipoti, fratelli e sorelle dai sindaci rispettivi Comuni. Famigliari che non possono e non possono dimenticare ciò che è accaduto ai loro cari e che si affidano alla comunità in cui vivono per costruire una rete di salvataggio della memoria.

A ottant’anni dall’apertura dei cancelli di Auschwitz, il 27 gennaio del 1945, il sindaco di Como, Rapinese, ha sottolineato con forza che «è la legge a chiederci di incontrarci e ricordare», riferendosi alla norma introdotta nel 2000. «Buona parte di chi è sopravvissuto al nazifascismo non è più qui a ricordarci quanto è facile scivolare verso il baratro», ha detto Rapinese, ribadendo l’importanza.

Il sindaco: «Oggi è il giorno della nostra responsabilità»

Rapinese ha quindi citato Piero Calamandrei: «“La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove: perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile; bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità”. Oggi, è il giorno della nostra responsabilità».

La responsabilità del ricordo

Di responsabilità ha parlato anche l’assessore regionale all’Università e alla ricerca, Alessandro Fermi, ricordando un incontro con la senatrice Liliana Segre, durante una seduta del consiglio regionale. «Abbiamo la fortuna di vivere in pace da oltre 70 anni, ma solo ultimamente comprendiamo quanto poco sia scontata. Dobbiamo mantenere la memoria di ciò che è stato, per salvaguardarla». E fintanto che a farlo sono mani come quelle del piccolo Jacopo, emozionato e quasi ammutolito al fianco del nonno, sotto il peso del ricordo dell’antenato deportato nei campi di concentramento, c’è speranza da vendere.

Con voce e corpo gli studenti sul palco

«Di stazione in stazione e di porta in porta e di pioggia in pioggia e di dolore in dolore, il dolore passerà» cantava Ivano Fossati e hanno cantato anche ieri, in biblioteca a Como, gli studenti dell’istituto Sant’Elia di Cantù. «Ragazzi non abituati a calcare camposcenici, ma campi sportivi, che hanno voluto mettersi in gioco e di cui siamo orgogliosi», ha detto, presentandoli al pubblico, la professoressa Rosalba Valentino.

Como: Giorno della Memoria, gli studenti dell'istituto Antonio Sant'Elia.. Video di Fabrizio Cusa

Ragazzi e ragazze si sono esibiti dapprima sulle note di Ivano Fossati, con un duo di voce e chitarra, e poi nella declamazione di pagine letterarie che hanno depositato il seme della memoria. Primo Levi, Elisa Springer, Mario Rigoni Stern e tanti altri, in un percorso di parole e suoni nella presa di coscienza del passato e degli errori fatti dall’Occidente. «Il nostro è stato un viaggio - ha detto infatti la professoressa Valentino al termine della loro esibizione - Un viaggio nel passato, ma anche un viaggio nel futuro, nella salvezza. Il nostro obiettivo è stato quello di dare a tutti voi la speranza, indispensabile per non dimenticare».

La voce di qualcuno di questi studenti ha tremato, come hanno tremato i muscoli delle tre studentesse scelte dal liceo coreutico Giuditta Pasta per esibirsi in una coreografia adattata per l’occasione e lo spazio limitato della biblioteca dalla coreografa della scuola Roberta Abate.

Como: Giorno della Memoria, gli studenti del Liceo Musicale e Coreutico Giuditta Pasta.. Video di Fabrizio Cusa

Gli studenti del Giuditta Pasta hanno proposto al pubblico presente in biblioteca anche un’esibizione sulle note di “Days of Beauty”, del compositore norvegese Ola Gjeilo, suonata da un giovanissimo pianista della scuola e cantata dal coro guidato dal maestro Massimo Mazza. Nel testo, ispirato a una poesia dell’autrice inglese Emily Brontë, si evoca una strada da percorrere e la speranza necessaria per intraprenderla. Speranza che è stata filo rosso di tutta la mattinata, riflessa nei volti di questi studenti che dell’orrore passato tutto sanno grazie a chi ha avuto il coraggio di testimoniare.

Como: Giorno della Memoria, gli studenti del Liceo Musicale e Coreutico Giuditta Pasta.. Video di Fabrizio Cusa

«In pochi minuti i ragazzi hanno saputo dare un volti e voci alla commozione che tutti sentivamo in sala» ha commentato infatti il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, il comasco Alessio Butti. «Ci hanno fatto capire - ha aggiunto - che nell’arte e nella cultura, nella memoria e nella storia, si può e si deve continuare a cercare la speranza».

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