Diogene / Como città
Martedì 04 Febbraio 2025
Gli ex, i bimbi e il quartiere: un asilo che riapre
L’associazione Si chiama Asylum, e a Camerlata è già un’istituzione. Merito di un gruppo di vecchi alunni con le idee chiare e un cuore grande
Secondo i documenti, la storia dell’associazione comasca Asylum è iniziata nel 2015. Nella realtà dei fatti, è nata quasi cinquant’anni prima, nell’ex asilo di Camerlata, quando i fondatori erano bambini e compagni d’oratorio. Poi ognuno è cresciuto, ha preso la propria strada per coltivare carriera e famiglia. Nel frattempo, quell’asilo che era stato il “loro” asilo ha chiuso. Ma nel 2015 è scattato qualcosa. Perché durante un Grest Revival i bambini di questa storia si sono ritrovati, ormai adulti. E hanno avuto un’idea: dare un nuovo scopo all’asilo della loro infanzia, creando l’associazione Asylum. E così, nell’edificio di via Colonna, sono arrivati progetti educativi, attività di socializzazione e volontari legati da un obiettivo tanto ambizioso quanto necessario: creare un punto di aggregazione e di utilità sociale per il quartiere. Italo Nessi, presidente dell’associazione, racconta: «Quando abbiamo saputo che l’asilo sarebbe stato chiuso, ci siamo detti: cosa facciamo? Volevamo mantenere un luogo ad uso solidale». Insieme a Italo, nella Camerlata degli anni ’70, c’era anche Silvia Ronchetti, che ora è la vicepresidente di Asylum: «All’epoca qui era pieno di bambini, tanti erano figli dei dipendenti del Sant’Anna. Poi quando l’ospedale ha chiuso, la struttura si è barcamenata fino al 2013». Due anni dopo è nata l’associazione, che è diventata operativa nel 2017. «All’inizio le attività erano poche – continua Silvia - poi a mano a mano sono arrivate più idee, più volontari e più associazioni con cui collaborare».
L’obiettivo? Dare un nuovo scopo al vecchio asilo del quartiere
Oggi nel libro dei soci di Asylum si contano 62 nomi, ma l’elenco delle persone che frequentano l’associazione è molto più alto e si è esteso oltre i confini di Camerlata. Nelle aule del vecchio asilo non si siedono più (solo) i bambini, ma anche persone anziane, famiglie e giovanissimi con disturbi dello spettro autistico: si chiacchera, si gioca e si impara. Quasi tutto gratuitamente, grazie a bandi e volontari. Ogni tanto si canta anche, con il coro di appassionati Gospel&More. E da un paio d’anni, una volta al mese, si inizia la giornata assieme con la “colazione solidale”, aperta a tutti, specialmente alla fascia giovanile che Asylum vorrebbe coinvolgere di più.
«Nelle attività c’è un occhio di riguardo per le persone più fragili» prosegue Ronchetti. «Camerlata è il quartiere degli anziani e delle persone straniere con bambini, che però non interagiscono tra di loro». Insomma, il quartiere attorno si è trasformato, con condomini e supermercati, ma l’asilo è rimasto lì dov’era dal 1927, eccetto per qualche miglioria. «Pioveva dal tetto e la caldaia era troppo vecchia – racconta Silvia -. L’anno scorso, con l’aiuto di tecnici e geometri, siamo riusciti a far rientrare parte dei lavori di ristrutturazione nel Bonus 110».
«Volevano mantenere una destinazione di tipo solidale»
Ora c’è un cappotto interno, i pannelli solari, tetto e serramenti nuovi. E da un mese è partita anche la ristrutturazione delle facciate esterne.
«Ci siamo detti: già che siamo qui sistemiamo tutto» scherza Italo, che però su una cosa è serio: «Per i prossimi 100 anni l’edificio sarà ancora a disposizione del quartiere». Una lunga vita per l’asilo non è un desiderio fugace, ma un vero e proprio obiettivo a cui si è pensato anche nel momento della fondazione stessa di Asylum.
«Nel nostro statuto c’è scritto che non potremo mai, per nessun motivo, vendere l’edificio – spiega Nessi -. Ci siamo vincolati a destinarlo a chi ne farà un uso solidale e sociale».
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