“Il civico”, non soltanto un bar. Qui la fragilità diventa forza

Tavernerio Gestito dalla cooperativa “Il Geslo”, il locale offre opportunità straordinarie. Ne beneficiano ragazzi con disabilità che possono così avvicinarsi al mondo del lavoro

«Spesso le grandi imprese iniziano da piccole opportunità». Non è solo un bar o un ristorante, ma un luogo dove tutti hanno pari opportunità, dove potersi sperimentare e dove nascono grandi occasioni individuali e sociali. Un luogo di ritrovo, dove professionalità, passione e capacità vengono stimolate e condivise. Un luogo dove la fragilità diventa forza, dove poter stare insieme. E molto di più.

Il bar “Il Civico” del Centro Civico Livatino di Tavernerio in via Risorgimento al numero 17 dal 2018 è gestito dalla cooperativa “Il Gelso” e ha lo scopo di inserire ragazzi con disabilità nel mondo del lavoro. Oggi ci lavorano assunti due ragazzi con sindrome di Down, Davide e Sabrina, e una persona appartenente a una fascia fragile. Intanto in cucina Cinzia Annunziata, la gestrice, e Antonio confezionano ottimi piatti, ormai richiesti da famiglie e aziende, con l’apertura pure di un servizio di catering.

L’inserimento

“Il Civico” è accogliente, per tutti. Da mattina a sera si danno il cambio, ma spesso vi convivono, i nonni che giocano a carte, i lavoratori che mangiano a pranzo, poi è il turno delle merende dei bambini nel pomeriggio e dei giovani per gli aperitivi solidali la sera o soprattutto nei periodi estivi quando il bar si anima di letture e concerti.

L’inclusione lavorativa delle persone con disabilità è responsabilità di ciascuno di noi: persone con disabilità, associazioni, istituzioni, scuole, famiglia, servizi, mondo delle imprese, comunità. Se ognuno di noi non fa la propria parte, se veniamo meno a questa responsabilità, non violiamo solo diritti, facciamo qualcosa di ancora più grave: priviamo noi stessi e l’intera collettività di qualcosa di prezioso e insostituibile…il contributo di tutti i suoi membri, nessuno escluso. Con l’esperienza di questo bar speciale si vuole proprio illuminare questi “tesori” e condividerne il valore con più persone possibili.

Un efficace inserimento lavorativo può essere importantissimo per le persone con disabilità per accrescere il proprio senso di autoefficacia, autostima e autorealizzazione, per orientare le proprie attività verso qualcosa di “utile” e “produttivo”, potenziare le proprie competenze, l’autonomia e il senso di adultità, promuovere l’arricchimento personale, relazionale, e al tempo stesso rappresenta uno dei passaggi fondamentali e centrali nel processo di inclusione sociale.

Una dimensione fondamentale

«Siamo molto soddisfatti del lavoro del bar – interviene Ernesto Ronchi, vicepresidente de Il Gelso, che con la presidente, Consuelo Caimi, crede fortemente nell’iniziativa – Dall’aver vinto nel 2018 il bando per la gestione de “Il Civico” ad oggi abbiamo costruito una forte sinergia con il Comune, la Consulta Giovani e la Commissione Cultura, con le associazioni, con Confcooperative e con aziende del territorio che hanno riconosciuto la nostra attività i cui introiti finanziano totalmente progetti di inclusione lavorativa. Nel periodo natalizio abbiamo lavorato tantissimo e ci piacerebbe allargare ancora la nostra clientela, arrivando a fare de “Il Civico” ancora di più un punto di incontro per la cittadinanza. Sono in cantiere anche collaborazioni con scuole di formazione professionale della nostra zona, per ampliare gli inserimenti anche a nuove figure e stagisti».

La mancanza di autonomia individuale e l’incapacità di compiere le proprie scelte sono sicuramente tra gli aspetti più gravi che le persone con disabilità possono sperimentare nel corso della loro vita, una condizione che è la risultante di numerose situazioni di svantaggio che interagiscono tra loro in maniera negativa. Il lavoro è una dimensione fondamentale della qualità della vita e della dignità dell’uomo e concorre alla sua salute psico-fisica. Non solo, il lavoro costituisce una dimensione importante per le aspirazioni delle persone a godere dei propri diritti, a poter esprimersi ed essere ascoltate, a beneficiare di una stabilità familiare e di uno sviluppo personale, a veder garantite giustizia ed uguaglianza. E’ una chiave di volta anche per chi convive con una disabilità per appropriarsi della propria autonomia.

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