Il rifugio dei gatti “senza futuro”
«Non c’è solo la soppressione»

Felini speciali Raccolgono animali per i quali sembra non ci sia speranza: «Ci insegnano che la qualità della vita non dipende dall’essere perfetti»

All’inizio di giugno, Elisabetta ed il suo compagno, tornando a casa in auto dopo una serata trascorsa in un ristorante, si sono accorti che, a bordo strada, giaceva il corpo di un gatto, in apparenza morto.

Stavano per tirare dritto quando, all’improvviso, il gatto ha sollevato la testa, aggrappandosi alla sua voglia di vivere. Elisabetta, amante dei felini da sempre, non ci ha pensato due volte: ha fermato l’auto e il traffico, ha recuperato il povero micio, adagiandolo su un cartone rigido in modo che non subisse altri danni e ha chiamato immediatamente il suo veterinario di fiducia, che ha provveduto a prestargli le prime cure d’urgenza. Il giorno successivo, tramite microchip, Elisabetta è risalita ai proprietari, che erano soliti far uscire il gatto di casa, nonostante la vicinanza di una strada piuttosto trafficata, ma la loro reazione non è stata quella sperata, quindi ha iniziato ad informarsi per capire quali potessero essere le alternative alla soppressione, perché si rifiutava di optare per questa soluzione.

«Mi sono rivolta ai social, che in questo caso sono stati utilissimi – ha raccontato l’avvocato comasco Elisabetta Fontana, consigliere del Museo del Ciclismo del Ghisallo ed ex sindaco di Proserpio – ho contattato, su Instagram, l’Oasi Code Felici, gestita dall’associazione Gli Altri di Catania, chiedendo a loro cosa potessi fare. Mi hanno risposto dicendomi che, a Milano, non lontano da casa mia, c’erano proprio le persone e il posto giusto a cui rivolgersi: Balzoo Disabilandia, l’unico rifugio in Italia per gatti diversamente abili in attesa di adozione».

Un nuovo mondo

Così, Elisabetta ha telefonato a Cristina Casiraghi, referente dell’associazione, e da lì, per usare le sue parole, “le si è aperto un mondo”. «Ho scoperto che un gatto, anche se non perfettamente “funzionante”, grazie alle cure e all’amore, può avere una vita ugualmente felice e serena, né più né meno come quella di uno che scoppia di salute».

«Questo progetto ci permette di fare la differenza – ha commentato Cristina – perché, purtroppo, la cultura della prevenzione è ancora poco diffusa e di telefonate come quelle di Elisabetta ne riceviamo tantissime. Che siano abbandonati, in difficoltà, investiti, caduti dai balconi o vittime di violenze, comunemente si pensa che l’unica soluzione per questi gatti sia la soppressione, mentre non è così, perché spesso, se trattati e accuditi, riescono a recuperare gran parte delle loro funzioni e abilità. Per questo è necessario rivolgersi immediatamente ad un veterinario in gamba, capace di andare oltre la decisione più facile. I gatti ci insegnano quotidianamente che la qualità della vita non dipende dall’essere perfetti, ma dal modo in cui si decide di affrontarla, anche se si ha una zampa in meno. In questo sono grandi maestri».

Nato a Rovigo nel 2016, durante la pandemia Disabilandia è stato sfrattato, e si è presentata l’urgenza di trovare immediatamente una nuova sede per i loro piccoli ospiti. Cristina viveva a Milano, così la scelta è caduta sul capoluogo meneghino.

La famiglia di Balzoo

La famiglia di Balzoo

«Dalla fine del 2020 siamo entrati nella grande famiglia di Balzoo – Banco Italiano Zoologico Onlus e, da un paio di mesi, ci siamo trasferiti nel quartiere di Crescenzago. Al momento accogliamo una ventina di gatti, ma riceviamo richieste di inserimento da tutta Italia. Siamo sempre alla ricerca di volontari e sostenitori, perché il lavoro e le spese sono tante. Nostro compito non è solo quello di recuperarli, ospitarli, accudirli e curarli, ma anche e soprattutto quello di accompagnarli verso la loro nuova famiglia, perché il rifugio non è mai un punto di arrivo». Info sulla pagina Facebook di Balzoo Disabilandia.

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