“Lo Snodo”, 4mila firme per resistere

Il caso Un successo la petizione per sostenere le attività dell’associazione giovanile erbese che rischia lo sfratto. La speranza è rimanere di casa alla stazione

Quattromila firme in due settimane. Dentro ci sono i nomi di giovani e adulti, erbesi e comaschi, studenti e lavoratori. Persone diverse, ognuna con la propria visione del mondo, unite dalla volontà di sostenere l’associazione giovanile Lo Snodo che rischia di dover lasciare la stazione di Erba, quella che negli ultimi cinque anni è stata la loro casa.

Per capire cosa stia succedendo dobbiamo fare un passo indietro. Ci aiuta il testo della petizione pubblicata da Lo Snodo su change.org il 30 maggio: «Nel 2017 - scrivono i ragazzi - con il progetto YouthLab sostenuto da diversi enti pubblici e finanziato dalla Fondazione Cariplo con 1,1 milioni di euro parte la riqualificazione degli spazi della stazione di Erba al fine di creare un luogo di partecipazione giovanile. Nel 2019 gli spazi vengono aperti al pubblico e, contemporaneamente, nasce l’associazione giovanile Lo Snodo con l’obiettivo di gestire gli spazi della stazione e dare continuità al progetto YouthLab».

In vista di quel progetto, la stazione è stata concessa in comodato d’uso gratuito da Ferrovienord al Consorzio erbese servizi alla persona, l’ente che si occupa tra le altre cose di politiche giovanili (e gravi problematiche minorili) per i 28 Comuni del territorio. Quando nel 2019 gli spazi della stazione sono stati aperti al pubblico al termine dei lavori di riqualificazione, il Consorzio ha affidato la gestione a Lo Snodo in forza di una convenzione che formalmente è scaduta il 31 dicembre 2023, per poi essere prorogata fino al 31 luglio 2024.

Che cosa abbia fatto Lo Snodo dal 2022 al 2024 - dopo le chiusure imposte dal Covid-19 e da altre necessarie per bloccare le infiltrazioni d’acqua dal tetto dell’edificio - lo racconta Simone Pelucchi, presidente in carica dell’associazione. «Abbiamo realizzato duecento eventi, ottenuto finanziamenti per dodici progetti, avviato una rete di 41 associazioni e realtà no profit chiamata “Confluenze” che coordiniamo. Abbiamo collaborato con oltre venti amministrazioni comunali e con le scuole superiori del territorio. Dall’inizio del 2023 garantiamo tutti i giorni della settimana l’apertura di una sala studio in stazione che ha superato quota 50 volontari, 630 frequentatori, 3.100 ore di apertura e 5.800 accessi».

A fronte di questi risultati, che comprendono anche pomeriggi dedicati alla pulizia delle strade erbesi, il futuro è incerto. L’assemblea dei 28 sindaci del Consorzio erbese servizi alla persona dovrà decidere il destino della stazione: se proseguire con le attività de Lo Snodo o se destinarla ad altro e ad altri. Le firme in calce alla petizione, molto semplicemente, chiedono ai sindaci del territorio erbese di lasciare l’associazione giovanile al suo posto, al primo piano della stazione. Pelucchi e i ragazzi non vogliono sentir parlare di politica e contrapposizioni tra schieramenti, ma un accenno è inevitabile per comprendere la posta in gioco.

Nel 2023 al piano terra della stazione ha aperto un presidio della polizia locale, fortemente voluto dal centrodestra erbese: gli agenti sono entrati in un locale che i ragazzi utilizzavano per mostre e altre attività. Lo Snodo si era opposto al progetto, chiedendo di lasciare gli agenti all’esterno della struttura per pattugliare la piazza; è nata una frattura con l’amministrazione erbese che non si è ancora sanata. Ecco perché il rinnovo della convenzione è in bilico.

«Noi non facciamo politica - ribadisce Pelucchi - tra i nostri associati ci sono ragazzi di ogni tipo, con idee e pensieri diversi. Allo stesso modo in questi anni abbiamo lavorato molto bene con amministrazioni, assessori e consiglieri comunali di ogni colore politico. Il senso di questa petizione è far conoscere le attività che svolgiamo in stazione a favore di tutta la cittadinanza e di tutto il territorio erbese».

La petizione è stata firmata anche da amministratori e politici del territorio, ma i nomi non sono stati resi pubblici per garantire la neutralità della raccolta firme.

Sono usciti invece allo scoperto due firmatari di peso: Angelo Porro, presidente della Fondazione Provinciale Comasca e della Bcc Cantù, e Giovanni Pontiggia, presidente della Bcc Brianza Laghi, che sostengono le attività giovanili della stazione sin dal primo giorno e vogliono continuare a farlo insieme ai propri enti.

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